Carlo Verdone direttore del Festival di Sanremo: la svolta che non t’aspetti

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Carlo Verdone direttore del Festival di Sanremo: è quanto realizza l’attore e regista romano in “Vita da Carlo”. “Un mio principio base: mai fare ciò che non sai. E il Festival non è proprio nelle mie corde. Soprattutto il conduttore: occorre esperienza. I vari Amadeus, Conti, Bonolis, ne conoscono il ritmo e hanno il polso del pubblico. Così però così mi tolgo lo sfizio” risponde il regista ed attore in una intervista a La Stampa.

Che festival realizza nella finzione Carlo Verdone? “Si comincia con la ricerca del Lucio Presta della situazione, tal Tomas Formica interpretato da Giovanni Esposito. Come consulente coinvolgo Roberto D’Agostino, dagli Anni 60, uno che conosce tutti, sempre attento ai nuovi fenomeni. Ci sarà il giornalista e critico musicale Ernesto Assante, un grande amico ed esperto di musica, scomparso proprio in questi giorni: dedico questa stagione proprio a lui e a Luis Molteni, che qui ha fatto la sua ultima apparizione, sapendo di essere già malato”.

Quali problemi incontra? “Innanzitutto quello dei famosi che ti mandano una brutta canzone: da direttore artistico non mi è possibile accettare compromessi. Da monarca assoluto, romperò con il rito vetusto del festival per realizzarne uno di due ore e mezzo, senza monologhi, né ospiti, con la musica davvero al centro. Con me sul palco ci sarà Ema Stokholma: me l’hanno consigliata sia Assante che Castaldo. È giusta per ironia ed eleganza: una vera sorpresa (anche se poi il suo personaggio sarà un po’ pazzo)”. Si è parlato di vari cantanti: Morandi, Nannini, Zucchero.

Cosa fanno? “Diciamo – risponde Carlo Verdone – che occupano anche molti miei incubi notturni. Gianni è un mito, premuroso e affettuoso, con il miracolo di questa eterna giovinezza. Con Zucchero c’era il pregresso di quando nel 1989 avrebbe dovuto farmi la colonna musicale di Stasera a casa di Alice e invece non se ne fece nulla: ma questa volta ce l’abbiamo fatta. Quanto a Gianna, il mio babbo, di Siena, era molto amico del suo, così ci conosciamo da una vita, quando ci si incontra è tutto un parlare di contrade e musica”.