Carlo Verdone riceve la laurea honoris causa in Medicina: “Il sorriso come terapia”

«Sono un antidepressivo vivo privo di effetti collaterali». Così, con il suo inconfondibile sorriso, Carlo Verdone ha sintetizzato l’essenza di una carriera che – tra un personaggio nevrotico e un medico improvvisato – ha saputo guarire il malessere quotidiano di milioni di italiani. L’attore e regista romano ha ricevuto dall’Università di Bari “Aldo Moro” la laurea honoris causa in Medicina e Chirurgia, durante il congresso nazionale della Società Italiana di Chirurgia (SIC). Un riconoscimento che premia non solo il suo talento, ma la sua capacità di divulgare con leggerezza temi medici e scientifici attraverso il linguaggio universale del cinema.
La cerimonia: applausi e commozione
L’aula magna dell’ateneo barese era gremita. Medici, studenti, professori e semplici fan hanno tributato al regista un applauso lungo e sentito. Il rettore Roberto Belotti, nel consegnargli la pergamena, ha sottolineato come Verdone abbia “avvicinato il grande pubblico ai temi della salute, della prevenzione e del benessere, con ironia e profondità”. Nessuna retorica, nessuna distanza accademica: solo l’incontro tra la scienza e la sensibilità artistica.

Il medico che non è mai diventato
“Forse un medico mancato, ma un attore recuperato”, ha scherzato Verdone, ricordando i sogni di sua madre, che lo avrebbe voluto con il camice bianco piuttosto che davanti a una cinepresa. Eppure, nella sua lunga filmografia, il bisturi e lo stetoscopio non sono mai stati troppo lontani. Dal nutrizionista di 7 chili in 7 giorni al pediatra di Manuale d’amore, fino al dentista di Italians e al chirurgo di Si vive una volta sola: Verdone ha interpretato i medici con una curiosità quasi da studente di medicina, cercando sempre di capire l’animo umano più che il corpo malato.
Cinema e medicina: una cura per l’umore
Dietro la battuta pronta e il sorriso timido, Verdone ha sempre avuto uno sguardo clinico, ma sull’anima. «Osservo le persone, studio i loro caratteri, fragilità, tic e difetti», ha raccontato. Una specie di anamnesi emotiva, fatta di ironia e pietà. E in effetti, se il medico cura il corpo, Verdone cura l’umore, uno dei mali più diffusi di questo secolo. Le sue commedie, tra malinconia e sorriso, hanno restituito agli italiani il gusto dell’autoironia, un vaccino contro la rassegnazione quotidiana.
“Prescriverei il buon senso”
Alla domanda su quale medicina servirebbe oggi al Paese, Verdone ha risposto con disarmante semplicità: «Una medicina che non si può dare: il buon senso». Una frase che suona come una diagnosi severa e insieme una ricetta urgente. In tempi di superficialità e cinismo, Verdone invita a recuperare la misura, la solidarietà, la gentilezza. Parole che, in bocca a un attore comico, diventano più potenti di qualsiasi sermone politico.
Il cinema come scienza umana
La laurea barese non è un omaggio alla carriera, ma il riconoscimento di un metodo. Verdone studia, osserva, analizza, sperimenta: un approccio quasi clinico al mestiere dell’attore. Non a caso, racconta di aver letto atti di congressi medici, di aver studiato privatamente anatomia e farmacologia per comprendere meglio le sfumature dei suoi personaggi. Un regista che fa del cinema una scienza dell’uomo, capace di misurare le nevrosi di un Paese e trasformarle in risate.
Tra leggerezza e verità
Nessuno come lui ha saputo raccontare l’Italia attraverso i suoi malanni: fisici, morali e sociali. I suoi personaggi – dal Raniero di Viaggi di nozze che risponde al telefono anche all’altare, al Goffredo di Compagni di scuola divorato dalle sue insicurezze – sono radiografie impietose e affettuose di un popolo fragile, spesso confuso, ma ancora capace di commuoversi.
Un riconoscimento che parla al Paese
La laurea honoris causa in Medicina, concessa a un artista, è un gesto simbolico ma fortemente politico. È il riconoscimento di quanto la cultura, il cinema, l’ironia possano essere strumenti di cura collettiva. Perché, come ha ricordato lo stesso Verdone, “salvare una vita è compito del medico, ma migliorare l’umore è un atto di civiltà”.
Il sorriso come terapia
In un’epoca segnata da ansie, paure e solitudini, Carlo Verdone resta il medico dell’anima italiana, un dottore che non prescrive farmaci, ma emozioni. E questa laurea, più che un traguardo, è una diagnosi felice: in Italia, il cinema – quando è intelligente e umano – può ancora curare.