Casal Palocco, un’ora e mezzo di interrogatorio per il giovane alla guida della Lamborghini

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E’ durato un’ora e mezza l’interrogatorio di garanzia per Matteo Di Pietro, il giovane youtuber agli arresti domiciliari indagato per omicidio stradale aggravato e lesioni che era alla guida del suv Lamborghini coinvolto nell’incidente del 14 giugno scorso a Casal Palocco, a Roma, in cui è morto il piccolo Manuel. Il giovane, arrivato a piazzale Clodio con il suo difensore, ha risposto alle domande del gip Angela Gerardi. “E’ una tragedia per tutti – ha detto il difensore del giovane, l’avvocato Antonella Benveduti -. Il mio assistito è distrutto, sono due famiglie distrutte. In questa fase attendiamo l’esito delle consulenze tecniche disposte dalla procura sui dispositivi sequestrati e sulla velocità del suv”. All’arresto di Di Pietro si è arrivati dopo le indagini condotte da polizia locale e carabinieri, coordinati dal procuratore aggiunto Michele Prestipino.

Il giovane è agli arresti domiciliari

Il giovane youtuber è ora agli arresti domiciliari indagato per omicidio stradale aggravato e lesioni: era alla guida del suv Lamborghini coinvolto nell’incidente in cui la scorsa settimana è morto Manuel, il bimbo di 5 anni, a Casal Palocco, Roma. Nell’incidente sono rimasti feriti anche la mamma e la sorellina di 4 anni. All’arresto di Di Pietro si è arrivati dopo le indagini condotte da polizia locale e carabinieri, coordinati dal procuratore aggiunto Michele Prestipino.

Ecco le accuse del gip

Lo scorso 22 giugno il gip Angela Gerardi ha disposto gli arresti domiciliari per Di Pietro sottolineando tra l’altro che il giovane stesse andando a oltre 120 chilometri orari e che le telecamere utilizzate per i video siano sparite. Di Pietro, scrive il gip, aveva noleggiato il Suv Lamborghini con “l’unico ed evidente fine di impressionare e catturare l’attenzione di giovani visitatori del web per aumentare i guadagni della pubblicità, a scapito della sicurezza e della responsabilità e di conseguenza a procedere ad una velocità superiore ai limiti indicati. Tanto più che alcuni dei passeggeri presenti all’interno della Lamborghini avevano più volte invitato a ridurre la velocità che percepivano eccessiva rispetto al limite dei 50 km/h”.