Casal Selce, arriva l’impianto di trattamento da 120 mila tonnellate. I comitati protestano ma il Comune tira dritto

La conferenza dei servizi per dare l’ok definitivo alla realizzazione di uno dei due bio digestori previsti dal piano rifiuti e dal Campidoglio è in rampa di lancio. Si tratta dell’impianto di Casal Selce, che dovrebbe sorgere nel Municipio 13. Mentre il suo gemello, si dovrebbe realizzare a Cesano. Sono fondi disponibili grazie al PNRR, e quindi il Comune non vorrebbe perderli. Ma le proteste sui territori sono accese. Infatti, le nuove installazioni gestite da Ama, sono destinate al trattamento del rifiuto organico. Per intenderci, quello che più facilmente produce cattivi odori. E anche la capacità di trattamento, pari a 120 mila tonnellate annue, viene giudicata eccessiva. Il progetto della Raggi si limitava a 60 mila, ma sembra che l’amministrazione gualtieri e l’assessora all’ambiente Sabrina Alfonsi vogliano tirare dritto. E si preannuncia un braccio di ferro, anche con il Municipio. Dove Pd e centrodestra hanno votato insieme una mozione. Chiedendo al comune di sospendere tutto e di aprire un tavolo di confronto per trovare soluzioni diverse e meno impattanti per il territorio.

Il Comune tira dritto, se l’impianto è idoneo si realizza

Presente in commissione anche l’assessora ai rifiuti Sabrina Alfonsi. “Se questi siti (Casal Selce e Cesano, ndr) fossero risultati inidonei dai percorsi autorizzativi precedenti, non sarebbero stati presentati – ha spiegato -. E non è vero che saranno sempre i soliti a pagare, perché a Roma l’unica zona che ha veramente pagato è stata la Valle Galeria. Mentre il resto della città non ha avuto grandi disagi. Il ciclo dei rifiuti prevederà impianti ovunque nella città”. Secondo l’assessora “devono esserci anche degli incentivi per le zone (che ospitano gli impianti, ndr). Se c’è una produzione che può essere utile per la zona circostante, perché no? Abbiamo interi quartieri nelle capitali che hanno l’energia prodotta dagli impianti e quindi sostengono un minore costo. Roma deve pensare in maniera diversa. Non credo che con le minacce riusciamo a fare un ragionamento costruttivo”.

“Concordo con l’assessora Alfonsi riguardo alla necessità della chiusura del ciclo dei rifiuti per Roma” commenta il presidente della commissione Rifiuti Marco Cacciatore. “Questo obiettivo va però raggiunto procedendo secondo le gerarchie stabilite dalla legge e che prevedono innanzitutto aerobico di taglia piccola e media (massimo 20mila tonnellate l’anno). Un risultato che deve essere raggiunto attraverso un deciso aumento della raccolta differenziata, che consentirebbe di dimezzare lo scarto indifferenziato e di pianificare impianti minimizzando gli impatti secondo sostenibilità e risposte alle esigenze dei territori”.