Casaleggio intona Bella ciao a Virginia Raggi

Bella Ciao a Virginia Raggi. Alice nel paese delle meraviglie vorrebbe tornarci. Quanto meno come consigliere di opposizione visto che come sindaco non avrà più consenso. Ma Casaleggio sta di traverso.
Ieri sera Virginia Raggi ha appreso con la consueta ansia le parole di Davide Casaleggio, pronunciate a margine della presentazione del bilancio dell’associazione Rousseau: La regola dei due mandati? “Nel momento in cui ci sono queste regole facciamo in modo che vengano rispettate”. Bella ciao a Virginia gliel’ha cantata il figlio del fondatore. Hai fatto due mandati, sindaca, e prima degli elettori ad azzopparti ci pensano i tuoi.

Bella Ciao: cara Virginia, torni a casa
Ovviamente la sindaca ci è rimasta di sasso, perché sa che la regola delle regole è l’essenza di un movimento che ha sempre detto di rifiutare il professionismo della politica proprio con il limite dei due mandati. Poi, si sono tentati i sotterfugi, non considerare il primo mandato da semplice consigliere comunale. Il famoso mandato zero, una scusa ridicola.
Dovranno discuterne i Cinquestelle e probabilmente la prossima domanda che i giornalisti dovranno rivolgere alla Raggi non sarà più se ha intenzione di ricandidarsi, che è pure abbastanza scontata. Ha la fregola, altro che…. Le dovranno chiedere “ma i suoi le permetteranno di violare il comandamento dei Cinquestelle?”.
E magari la smetterà di invadere i social con quei video patetici sulle prodezze amministrative di cui si sente protagonista non rendendosi conto dello stato della città dopo quattro anni di cura Raggi. Altro che bella ciao, vattene prima possibile le intimeranno gli elettori.
Casaleggio non vuole rompere col Pd
E se Casaleggio ha detto quella roba è perché ha bisogno di far stabilizzare l’intesa tra Pd e grillini. La Raggi è un ostacolo oggettivo al raggiungimento dell’obiettivo. Il limite dei mandati diventa così l’arma per liberarsene senza dover stare troppo a discutere. E magari trovare un candidato comune con Zingaretti per il Campidoglio.
Non è una questione di coerenza, ma di interesse della ditta, che vuole il M5s al governo fino all’ultima ora dell’ultimo giorno della legislatura. E non si può permettere scossoni, a partire dalla Capitale. È vero che sono quelli del “mai col Pd”, del no a De Scalzi all’Eni, i NoTav, i NoTap, i NoVax, i no a tutto, ma poi ci si ferma e si capisce che il potere non si può perdere così facilmente.
Casaleggio e i suoi hanno bisogno come il pane di evitare ogni rischio e toccherà alla Raggi il sacrificio. E se proprio si dovrà parlare del terzo mandato, ma per i parlamentari, lo si farà dopo le amministrative di Roma. Tanto, la Appendino – in scadenza a Torino come la Raggi – si è già rassegnata al ritorno a casa.
Virginia frignerà un po’, ma il suo destino è segnato. Le conviene trattare una posizione onorevole nel futuro – magari qualche nomina di sottogoverno – anziché isterizzarsi e comunque subire una cocente delusione. Casaleggio ha decretato il game over.