CasaPound e i militanti gridano il “Presente!” per i giovani di Acca Larenzia e per tutti gli altri ragazzi assassinati

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Si è svolto come ogni anno il rito del “Presente!” a via Acca Larenzia, dove nel 1978 trovarono la morte tre ragazzi attivisti del Msi. Come da diversi anni a questa parte la cerimonia è stata organizzata da CasaPound Italia. Moltissimi i ragazzi presenti, qualche centinaio, ma non mancavano neanche i vecchi militanti di allora, molti dei quali erano in quella strada a pochi minuti di distanza dall’eccidio. E che per 44 anni ogni 7 gennaio hanno portato il loro omaggio e il loro ricordo ai tre giovani assassinati. Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni erano i loro nomi, ed erano tutti ben conosciuti dalla comunità missina dell’epoca. I primi due erano proprio della sezione di Acca Larenzia, la sezione Tuscolano, una delle frontiere di Roma Sud, Recchioni era di Colle Oppio, e giunse sul luogo non appena saputi i fatti.

CasaPound da anni organizza la solenne cerimonia

In modo ordinato, solenne, senza alcun incidente, i ragazzi di CasaPound hanno chiamato il “Presente!”, ma non solo per i tre govani di Acca Larenzia, ma per tutti i camerati uccisi negli anni di piombo, A Roma, soprattutto, ma anche a Milano, a Padova, a Pavia, a Salerno e in altre città macchiate dalla violenza comunista. Dopo il “Presente!”, scandito a gran voce da tutti, i ragazzi si sono dispersi nel massimo ordine per le strade circostanti. Acca Larenzia è una delle poche sezioni del Msi, insieme a poche altre, ancora in funzione, ed è frequentata dai ragazzi di CasaPound e del Blocco Studentesco, l’organizzazione giovanile di CP.

Delitto di una estrema ferocia

Accanto al ricordo e alla memoria, si ricordi che dopo 44 anni non c’è ancora un colpevole, giacché tutti gli coinvolti per quella strage sono stati assolti o prosciolti, come il capitano dei carabinieri Eduardo Sivori, assolto dall’accusa di aver sparato su Stefano Recchioni. Sivori stesso raccontò al Secolo d’Italia che i colpi sparati sui giovani missini erano giunti dalle spalle dei carabinieri che fronteggiavano i ragazzi, e i magistrati gli hanno dato ragione. E gli altri due, Bigonzetti e Ciavatta, caddero invece in un agguato davanti alla sezione mentre stavano andando via. Fu un gruppo militare armato comunista che li falciò senza pietà. Ciavatta addirittura inseguito per la scalinata dove aveva tentato di fuggire e ucciso. La memoria è doverosa, ma ancora di più lo sarebbe la giustizia.