“Case cadenti” a Ostia, tragedia sfiorata in viale Vasco de Gama: “Aspettano il morto?”, rabbia dei residenti davanti al degrado che nessuno ferma (FOTO)

È successo di nuovo, e la gente ormai non si stupisce più. Si arrabbia, si indigna, ma di certo se lo aspetta. Come si aspetta, da un momento all’altro, che possa succedere una tragedia. A Ostia, dalle case popolari in viale Vasco de Gama, al civico 140, sono piovuti a terra altri blocchi di intonaco e cemento, stavolta da un balcone del terzo piano. Erano già crollati, da altri balconi, il 29 maggio. Ieri sera, stessa palazzina, stessa storia. Ma a ogni nuovo tonfo sul marciapiede, il pensiero corre sempre lì: “E se sotto ci fosse stato qualcuno?”
Stavolta, ancora una volta, la tragedia è stata solo sfiorata. I Vigili del Fuoco, accorsi con l’autoscala poco dopo le 22:30, hanno transennato la zona. Ma la domanda è sempre la stessa: quanto dovrà essere lunga la lista degli “incidenti evitati per miracolo” prima che qualcuno faccia davvero qualcosa?

“Case cadenti” e silenzi assordanti: a Ostia la manutenzione è un miraggio
Le case ERP (Edilizia Residenziale Pubblica) di Ostia sembrano giocare alla roulette russa con la vita dei residenti. Non si tratta più di episodi isolati, ma di un pattern inquietante. Non solo viale Vasco de Gama, ma anche gli edifici tra di via delle Repubbliche Marinare sono stati teatro di simili crolli. E anche lì, il caso ha voluto che nessuno passasse nel momento sbagliato.
La lista delle denunce da parte degli abitanti è lunga quanto ignorata: balconi senza ringhiere, intonaci a pezzi, infiltrazioni d’acqua che fanno scollare intere pareti, finestre pericolanti, sassi che cadono a sorpresa. Nel 2023 un ragazzo è stato colpito alla testa da calcinacci in via delle Baleniere. E prima di lui, un bambino e un anziano hanno fatto la stessa fine, in circostanze simili.
Le segnalazioni ignorate
Sui social i residenti parlano chiaro: “Abbiamo scritto a tutti, ma nessuno è mai venuto”. Le bacheche si riempiono di segnalazioni, foto, commenti furiosi. “Perché nessuno interviene finché non ci scappa il morto?”, si legge ovunque. C’è chi racconta di perdite d’acqua segnalate da mesi, chi documenta la chiusura ripetuta di Viale Vasco de Gama per “caduta calcinacci”, chi denuncia l’abbandono totale anche ad Ostia Antica, dove i problemi non sono da meno.
C’è un filo rosso che unisce tutte queste storie: l’indifferenza istituzionale, la trascuratezza cronica, e un senso di abbandono che si taglia con il coltello. Tutto sotto gli occhi delle autorità, eppure niente cambia.
Quando l’incuria diventa pericolo pubblico
La domanda non è più se cadrà un altro cornicione, ma quando e su chi. In una città che dovrebbe garantire sicurezza minima a chi abita nelle case pubbliche, il rischio è diventato una componente fissa della quotidianità. E il prezzo lo stanno pagando famiglie che non hanno altra scelta se non continuare a vivere sotto un tetto che si sgretola.
Le foto circolano, le segnalazioni si moltiplicano, ma la manutenzione promessa rimane un fantasma. E intanto a Ostia, nelle vie che dovrebbero essere quartieri residenziali, si vive come in una zona rossa non dichiarata.
Il tempo stringe. Ma le istituzioni dormono
A ogni nuovo crollo, la rabbia cresce. Ma quello che resta più agghiacciante è il silenzio di chi dovrebbe intervenire. Gli enti preposti – in questo caso Roma Capitale – sembrano spariti dal radar. Eppure, la realtà è sotto gli occhi di tutti: le case cadono a pezzi, e lo fanno fa rumorosamente. Il fatto che ancora non ci sia stato un morto è un miracolo ricorrente, ma i miracoli – si sa – non durano per sempre. E che a Ostia ci siano anche tanti altri problemi su cui si “tira avanti” non fa che peggiorare la situazione generale.
La speranza dei residenti è che qualcuno si svegli prima che sia troppo tardi. Ma finché le istituzioni continueranno a giocare al “non vedo, non sento, non parlo”, a Ostia si continuerà a vivere con gli occhi rivolti in alto, a scrutare i cornicioni, sperando che reggano ancora un giorno. Uno solo.