Case in pietra antisismiche, si può fare. Rivoluzionario studio di Roma Tre
Ricostruire le case storiche in pietra drammaticamente crollate con il terremoto del 2016, rispettando lo spirito di un tempo e garantendone la massima sicurezza antisismica è possibile. A dimostrarlo, a quattro anni dalla tragedia di Amatrice, è lo studio Sicura coordinato dal Professor Gianmarco de Felice del Dipartimento di Ingegneria dell’Università Roma Tre. Il report ha messo a confronto, attraverso la simulazione su tavola vibrante, gli effetti del terremoto del 2016 su un prototipo di muratura storica degli Appennini. Il tutto ricostruito con le pietre recuperate tra macerie delle frazioni di Accumoli e un altro identico ma rinforzato con una tecnologia innovativa. Nel secondo caso il muro non è crollato. ‘
Roma Tre e lo studio sulle case in pietra
“Con questo progetto vogliamo dare risposte alle comunità locali. Comunità che si apprestano a ricostruire le loro case e che hanno perso la fiducia nelle costruzioni tradizionali in pietra. Vogliamo dimostrare che esistono tecnologie adeguate per coniugare sicurezza e preservazione del patrimonio”, ha dichiarato il professor De Felice. I ricercatori hanno costruito, dunque, due prototipi di murature storiche degli Appennini. Entrambe di circa quattro metri di altezza, spessore 50 cm, fabbricate con le pietre recuperate tra macerie delle frazioni di Accumoli. Tutte allettate con malta di calce del tutto simile a quella dei campioni rilevati sul campo.
Il primo è stato provato privo di rinforzo, il secondo invece è stato consolidato con una tecnologia innovativa data dalla combinazione di un intonaco rinforzato con una maglia in fibra di vetro sul lato interno e connettori trasversali per prevenire la disgregazione della muratura.
Come test tre scosse di terremoto recenti
Come input sismico sono stati selezionati tre eventi della sequenza sismica del 2016 e precisamente le registrazioni di Norcia del 24 agosto 2016 con un picco di accelerazione di 0,35g; Castelsantangelo sul Nera del 26 ottobre 2016 con un picco di accelerazione di 0,53g e infine Amatrice del 30 ottobre 2016 con un picco di accelerazione di 0,52g. Tre eventi sismici diversi, in tre diverse località di tre diverse regioni italiane.
Le prove condotte sul campione rinforzato hanno dimostrato la loro efficacia nel limitare il danneggiamento e incrementare la capacità sismica. I ricercatori hanno ripetuto tutti i test già svolti sul campione non rinforzato senza alcuna lesione. Il tutto fino alla serie di prove con input sismici amplificati del 120%. La parete avrebbe quindi resistito, senza danni, ai terremoti della sequenza sismica del 2016.