Castel Fusano, continua la strage dei pini: una tragedia ambientale annunciata.

Ostia in corsa per l'ambiente

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Una distesa di tronchi spezzati, chiome ingiallite, alberi ridotti a scheletri neri. È questo lo scenario desolante che, giorno dopo giorno, si sta consolidando all’interno della Pineta di Castel Fusano, cuore verde della Riserva Naturale del Litorale Romano. Una tragedia ambientale annunciata, che si consuma nell’indifferenza generale e che pone Roma di fronte a un bivio: continuare a perdere pezzi preziosi del suo patrimonio naturale, o agire subito con un piano straordinario di tutela e rigenerazione del verde urbano e naturale.

Pineta di Castel Fusano: tra incendi, parassiti e incuria

A lanciare l’ennesimo grido d’allarme è Piergiorgio Benvenuti, presidente nazionale di Ecoitaliasolidale, che da anni denuncia lo stato di abbandono del verde nella Capitale. “Da tempo – afferma – assistiamo a una vera tragedia ambientale nella Pineta di Castel Fusano, dove gli alberi continuano a morire sotto gli occhi di tutti. È inaccettabile che il nostro patrimonio arboreo urbano e naturale crolli sotto il peso dell’incapacità gestionale”.

Negli ultimi anni, la pineta è stata colpita da una serie di fattori devastanti: incendi ricorrenti, il proliferare della cocciniglia tartaruga (Toumeyella parvicornis), un parassita che sta decimando i pini, e un’assenza cronica di interventi strutturati e preventivi. I pochi cicli di endoterapia avviati, oltre a essere stati messi in atto in ritardo, non sono parte di una strategia integrata, con il rischio di una perdita definitiva di uno dei polmoni verdi più importanti del litorale romano.

Il verde di Roma in crisi: tra tagli e mancate piantumazioni

La crisi della Pineta di Castel Fusano non è un caso isolato. Si inserisce in un quadro preoccupante di gestione deficitaria del verde in tutta Roma. Secondo i dati ufficiali, tra il 2021 e il 2023 sono stati abbattuti quasi 18.000 alberi nella Capitale, a fronte di appena 2.400 nuove piantumazioni. Uno squilibrio allarmante, che si ripercuote anche su viali storici come Viale dei Quattro Venti, dove si continua ad assistere all’abbattimento di alberi sani, spesso senza un’adeguata trasparenza né un reale coinvolgimento delle comunità locali.

Un paradosso, se si considera che Roma detiene il primato di città più verde d’Europa, con 85.000 ettari di aree verdi, pari al 67% del suo territorio. Ma questo primato rischia di diventare un’occasione sprecata, se non si interviene con una visione sostenibile e partecipata.

La proposta: adottare la formula “3-30-300” per salvare Roma verde

Durante l’ultima Giornata Nazionale dell’Albero, Benvenuti ha rilanciato la necessità di applicare anche a Roma la formula “3-30-300”, ideata dal forestale urbano Cecil Konijnendijk e già adottata in città come Barcellona, Utrecht e Londra. Una strategia semplice ma efficace per rendere le città più verdi e resilienti: Vedere almeno 3 alberi maturi dalla propria finestra, per migliorare il benessere psicofisico; Garantire una copertura arborea del 30% nei quartieri urbani, per ridurre le isole di calore e aumentare la biodiversità; Assicurare che ogni cittadino viva a non più di 300 metri da un’area verde fruibile, per rendere il verde davvero accessibile.

Numerosi studi scientifici confermano i benefici della forestazione urbana sulla salute pubblica, la coesione sociale e la mitigazione degli effetti del cambiamento climatico.

Le richieste di Ecoitaliasolidale: stop agli abbattimenti e piano straordinario

L’associazione ambientalista chiede un cambio di passo immediato. Tra le proposte: Moratoria sugli abbattimenti non urgenti, in attesa di verifiche trasparenti e partecipate; Tavoli tecnici multidisciplinari tra Comune, Regione, Università e associazioni; Integrazione della formula “3-30-300” nella pianificazione urbanistica. Piano quinquennale di manutenzione del verde, con potature regolari, trattamenti fitosanitari e monitoraggio;

Un patrimonio da salvare, una Capitale da rigenerare

“Roma ha un potenziale unico – conclude Benvenuti – ma serve un vero cambio di rotta. Soprattutto in vista della stagione estiva, quando il rischio incendi aumenta in modo esponenziale. Il verde non è un problema da gestire, ma una infrastruttura vitale da valorizzare. Solo con una gestione seria, trasparente e partecipata potremo salvare il nostro patrimonio ambientale e migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini”. Oggi più che mai, Roma ha bisogno di un piano urgente per il verde. Perché ogni albero che cade è una ferita al futuro.