Cauda (Gemelli) no a nuove chiusure, si passerebbe da pandemia sanitaria a pandemia economica

No a ulteriori chiusure generalizzate nella città di Roma. Perché il rischio vero adesso è quello di passare dalla pandemia sanitaria a quella economica. Questo uno degli spunti tratti dall’intervista rilasciata dal professore infettivologo del Campus Biomedico Roberto Cauda al corriere.it. Nella quale il luminare dice la sua su come sta andando realmente questa seconda ondata del coronavirus. E se ci siano concrete possibilità che il cosiddetto ‘picco’ possa essere raggiunto in tempi brevi, e che la curva dei contagi inizi a flettere. Almeno per ora, le terapie intensive e i reparti covid reggono, e non siamo al collasso come avvenuto nel marzo scorso, puntualizza Cauda. Sono i pronto soccorso ad essere invece in maggiore sofferenza. Ecco perché è importante proteggere le categorie più a rischio, come gli anziani. Non solo gli ultra ottantenni, ma anche le persone con più di 65 anni. Sono loro che vanno maggiormente difese e seguite, e questa può essere la prima strategia vincente per il contenimento del virus. Teniamo presente che l’attuale curva dei contagi si riferisce a chi si è infettato 15 giorni fa, prima dell’ultimo DPCM. Quindi prima di parlare di un nuovo lockdown vediamo se intanto nei prossimi giorni i casi diminuiscono. Diciamo che dal 9 novembre in poi, avremo un quadro più preciso di tutta la situazione.
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Evitare che la pandemia diventi anche economica. Scuole e trasporti i veicoli del contagio

Non ha dubbi il luminare infettivologo del Gemelli Roberto Cauda. E la sua posizione sulla pandemia  espressa in una recente intervista al corriere.it è molto chiara. Il virus è ripreso a circolare così velocemente per almeno tre fattori. Il primo, le vacanze estive e il contagio di ritorno. Con tanti ragazzi che tra luglio e agosto non hanno rispettato le regole e non sono stati prudenti. Infatti, fa notare Cauda, a settembre l’età media dei nuovi contagiati era bassissima, tra i 20 e i 30 anni. Ma poi c’è stata la riapertura delle scuole. Chiariamoci, ha proseguito Cauda. Mandare i classe i bambini è stato giusto, ma ha contribuito ad una circolazione più veloce del covid 19. Unità alla criticità dei trasporti. E dopo due mesi, l’età media dei nuovi infetti è salita a 50 anni. Così ora si deve navigare a vista.

Ora si naviga a vista. Possono aiutare smart working e didattica a distanza per le superiori

Adesso chiudere Roma con un nuovo lockdown non avrebbe senso. Dobbiamo navigare a vista, e prendere di volta in volta i provvedimenti più efficaci. Questa la ricetta per contenere il virus secondo il professor Cauda. Che fornisce anche indicazioni molto concrete. Incentivare lo smart working e la didattica a distanza per le scuole superiori e le Università deve essere il primo passo. Senza arrivare a un collasso economico, questa in sintesi la posizione del luminare. Che conclude, se guardo indietro a questi 10 mesi vedo una impressionante velocità di diffusione del virus. E anche un’oggettiva difficoltà di contenimento. Ma dopo il picco degli ultimi giorni, si potrà solo scendere.

Speriamo davvero che Roberto Cauda abbia ragione, e che tra poco questa curva dei contagi che cresce come un missile puntato verso il cielo inizi a flettere. Intanto però, con i trasporti affollati e le scuole in confusione, si rischia di perdere troppo tempo. E a pagare sono solo i commercianti, con le serrande chiuse alle 18. Con quali effetti sulla riduzione del contagio, è ancora davvero tutto da dimostrare. Ma con il risultato certo di creare altri milioni di nuovi poveri nella nostra povera Italia.

https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/20_novembre_02/capitale-ora-non-chiuderereparti-terapie-intensive-reggono-5d098ae8-1c7c-11eb-a718-cfe9e36fab58.shtml