Celebrato a Mentana Paolo Colli, icona dell’ambientalismo identitario senza padroni

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Il 25 marzo di 18 anni fa moriva a soli 44 anni Paolo Colli, fondatore dell’organizzazione ambientalista “Fare Verde”, a causa di una leucemia fulminante. Probabilmente contratta in Kosovo, causata dalle scorie delle bombe Nato. dove era impegnato in una delle tante campagne umanitarie e di volontariato. L’associazione Spirito Libero ha voluto ricordarlo con una conferenza venerdi scorso a Mentana all’interno del ciclo di incontri di formazione Politico Culturali. Relatori Francesco Petrocchi, organizzatore, e Federico Bonesi, di Fare Verde, amici ed estimatori di Paolo. Alla fine è intervenuto il deputato di Fratelli d’Italia Massimo Milani, che ha fatto una sintesi del pensiero ecologista a destra, con particolare riguardo al ciclo dei rifiuti e al loro trattamento.

Paolo Colli icona dell’ecologismo identitario

Secondo Colli, icona dell’ecologismo identitario, non si può fare ecologia senza una nuova antropologia: questa forse la sua maggiore intuizione. Un concetto di ambientalismo diverso, una ecologia che vada al cuore dei problemi senza cedere a considerazioni tecniche ,politiche o meramente economiche , dove l’uomo è integrato e collabora con la natura. piuttosto che sfruttarla, piegarla e dominarla. Il vero problema, insomma, sono i modelli di sviluppo, primo fra tutti il sistema capitalistico. Il vero ecologista non cerca di tornare al passato ma cerca nuovi modelli, soluzioni sostenibili che siano a lungo termine, facendo previsioni e prendendo decisioni anche inizialmente e apparentemente “scomode”, con il fine di preservare e salvare l’ambiente per le generazioni future,diversamente da quel che accade ancora oggi.

L’ambientalismo ideologico di sinistra fallito da anni

Stiamo usando – hanno detto il relatori – solamente dei palliativi che non produrranno gli effetti reclamizzati, proprio perché scienza, tecnica ed economia non sono orientati verso la natura ma verso il profitto ad ogni costo. L’ambientalismo a sinistra è evidentemente fallito, anche perche hanno, come sempre, dato anche all’ambiente una connotazione politica e ideologica. Trascurando il fatto che l’ambiente non ha orientamento politico, mentre Colli andò oltre gli steccati dei partiti tradizionali spiegando che la questione ecologica è trasversale, cercando quindi una sintesi di valori sia di destra sia di sinistra. Riunì attorno a sé una comunità umana indipendente, (andando più volte in conrasto anche con l’allora Movimento Sociale, suo partito di riferimento).

Colli e il volontariato senza padroni né compromessi

Attraverso il volontariato puro, senza compromessi e senza padroni, ci ha insegnato l’importanza del dono di sé. Donare agli altri e alla natura qualcosa di noi stessi,ci arricchisce e dà senso alle nostre vite. Davvero pioniere e promotore di innumerevoli iniziative. Dai campi anti incendio nel Lazio, in Campania e in Sicilia per sensibilizzare e combattere piromani e mafie, agli aiuti ai terremotati. Poi la famosa campagna contro i cotton fioc non bio degradabili, gli aiuti nell’Africa nera. le missioni in Kosovo per riappacificare albanesi e serbi (soprattutto i giovani) e tante altre ancora. Paolo Colli sosteneva che “dobbiamo dare voce a chi non vota, cioè farsi interpreti di tutti quegli interessi che non trovano risposte in questo sistema e che vengono compressi: dagli animali agli alberi ai mari, ma anche e soprattutto alle generazioni future.

(Foto Secolo d’Italia)