Cellulari a scuola, regole non omogenee: è ora di affrontare la questione a livello nazionale

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Cellulari in classe, prosegue il dibattito. Se 6 alunni su 10 hanno indicazioni e divieti ufficiali sull’uso dello smartphone a scuola, per altri 3 su 10 i buoni comportamenti da adottare sono solo raccomandati. Ai restanti 1 su 10 non viene fornito alcun tipo di indicazione implicita o esplicita. E’ quanto emerge da un sondaggio effettuato da Skuola.net su un campione di 3.000 studenti di scuole medie e superiori. E i regolamenti non vanno di pari passo con la loro attuazione. Appena 1 su 7 riporta che nella propria classe tutti gli studenti si attengono al codice voluto dalla scuola.

Cellulare in classe, non tutti rispettano i regolamenti

Le sanzioni per chi infrange le regole non sono severe: il 34% generalmente subisce un rimprovero, mentre per il 36% c’è una nota scritta o il coinvolgimento dei genitori. Solo il 30% rischia il sequestro dello smartphone. Le norme sono di diverso genere: il 15% deve tenere spento il telefono all’interno di scuola, per tutta la mattina, mentre il 12% lo deve consegnare all’ingresso. Il 51% può usarlo solo al di fuori delle lezioni, a cui si aggiunge un 22% che può impiegarlo anche durante l’attività didattica, ma solo se richiesto dagli insegnanti.

Il problema è diventato complesso

“Ormai viviamo costantemente connessi e le skill digitali sono diventate parte imprescindibile del bagaglio di ogni cittadino. Quindi probabilmente è giunto il momento di affrontare la questione a livello nazionale in tutta la sua complessità, considerando aspetti pedagogici, psicologici ma anche legali. Si pensi ai fatti di cyberbullismo o al tema della privacy tanto per citare due esempi. Insomma più che vietare, la scuola dovrebbe anche in questo campo provare a fare quello che le dovrebbe riuscire meglio: educare!”, commenta Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.