Centrale del Latte di Roma, addio rilancio: il Campidoglio avvia la svendita dopo il default da 2,4 milioni del 2024

Roma, sullo sfondo un momento del ciclo produttivo presso la Centrale del Latte, in primo piano, da sinistra, la vicesindaco e assessore al Bilancio Silvia Scozzese, il sindaco Roberto Gualtieri

Contenuti dell'articolo

Roma, era stato salutato come un successo politico e giudiziario, dal sindaco Gualtieri e dalla sua Giunta, il ritorno della Centrale del Latte di Roma di via Fondi di Monastero n.262 nelle mani del Campidoglio, nel 2023, dopo oltre venticinque anni sotto la guida di Parmalat. Ma quella che sembrava una riconquista storica si è trasformata in un problema spinoso, da nascondere nelle pieghe del Bilancio Consolidato 2024 relativo, in particolare, all’aggiornamento delle società pubbliche capitoline, ma che non è sfuggito a Il Nuovo 7 Colli.

La Centrale del Latte, che dal 1 agosto 2023 è nuovamente sotto il controllo di Roma per l’81,73%, ha chiuso il 2024 con una perdita di 2,436 milioni di euro, soldi che dovranno pagare i cittadini di Roma, come da noi rilevato in una recente inchiesta. Ora, dopo mesi di silenzi, la Giunta Gualtieri ha ufficializzato (ma in silenzio, senza l’ombra di un comunicato stampa o di annuncio social) la scelta più drastica: avviare la procedura per la dismissione (ossia la vendita) definitiva delle sue quote di partecipazione.

Giunta senza Gualtieri in Campidoglio decreta la svendita finale di Centrale del Latte

Giovedì 11 settembre 2025, in Campidoglio, la Giunta Capitolina si è riunita per approvare (anche) questa decisione, tra le altre. Assente Gualtieri. Presenti gli assessori: Scozzese (vicesindaco e Bilancio), Patanè, Pratelli, Segnalini, Battaglia e Lucarelli. Con gli assessori Funari e Veloccia prima entrati in aula, poi, forse capita la malaparata, hanno probabilmente preferito defilarsi.

Del resto dentro quel Bilancio Consolidato c’era e c’è molto di più di un semplice atto contabile. La decisione di inserire la Centrale del Latte di Roma nell’elenco delle partecipate destinate alla vendita. Non un dettaglio tecnico, ma una svolta politica. Perché significa, in concreto, che l’Amministrazione capitolina abbandona il sogno di un rilancio pubblico della Centrale del Latte, iconico marchio capitolino, e apre la strada alla cessione ai privati. Roma, in sostanza, non riesce a vendere latte, laddove i privati guadagnano e incassano quote di mercato, nel settore fresco come in quello a lunga conservazione.

Una gestione in rosso, per la Centrale del Latte di Roma

Il tracollo era scritto nei numeri, resi pubblici a giugno in esclusiva dal nostro giornale. L’uscita di Parmalat ha lasciato un vuoto enorme nei contratti, nei canali di distribuzione e nelle relazioni commerciali che il Campidoglio non ha saputo colmare.

Il bilancio 2024, il primo sotto piena gestione comunale, non ha perdonato: rosso profondo e obbligo per Roma Capitale di coprire circa 2 milioni di euro proporzionali alla quota detenuta. Una spesa che pesa direttamente sulle casse dei cittadini. E che, di fatto, ha reso inevitabile – secondo la Giunta – il passo indietro.

Dal tentativo sterile di rilancio alla resa in Giunta: Roma rinuncia a Centrale del Latte

Il Consiglio di Amministrazione della società, a dicembre 2024, aveva messo nero su bianco un piano di rilancio fino al 2028, che evidentemente il Comune non si sente di sostenere. Il Bilancio 2024 non sarebbe stato approvato. Tagli interni, nuove strategie commerciali, potenziamento della produzione? Un progetto ambizioso, ma privo della solidità necessaria, ossia della copertura del Campidoglio a guida Gualtieri. Già a maggio 2025 la Giunta Capitolina aveva dovuto coprire la perdita con riserve patrimoniali. Un tampone, non una cura. L’atto approvato l’11 settembre sancisce la resa: Roma e l’Amministrazione non hanno intenzione di continuare a sostenere l’azienda storica del latte capitolino.

Il peso sui cittadini

Il ritorno al pubblico, celebrato come un trionfo, si è rivelato un boomerang. Senza partner privati, la Centrale si è scontrata con la dura realtà del mercato, accumulando perdite e mettendo in difficoltà l’amministrazione, tra l’altro in modo veramente veloce. Ora il rischio è che la vendita avvenga in condizioni di estrema debolezza, quasi una svendita, con un danno ulteriore per i cittadini romani che, nel frattempo, hanno già pagato di tasca propria i primi buchi di bilancio.

Una pagina che pesa sulla Capitale

Con la delibera n. 349 la Giunta ha certificato la fine di un’illusione: quella di riportare in auge la Centrale del Latte sotto l’egida pubblica. Un progetto partito con entusiasmo, ma naufragato tra debiti e incapacità di competere. Oggi resta un’amara consapevolezza: dopo quasi trent’anni, la storia della Centrale torna a chiudersi con una vendita. E Roma, ancora una volta, paga il prezzo di decisioni politiche annunciate come vittorie e trasformatesi in sconfitte.

Roma, la decisione del Campidoglio sulla Centrale del Latte appena deliberata dalla giunta Gualtieri – www.7colli.it