Centrodestra: Pinuccio Tatarella precursore, mercoledì 8 febbraio il convegno in Senato

Pinuccio Tatarella

Mercoledì prossimo, 8 febbraio, alle ore 11.30 nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, sede della presidenza del Senato, la Fondazione Tatarella, con il patrocinio del Senato della Repubblica, promuove il convegno “Pinuccio Tatarella padre della destra di governo e precursore del centrodestra”.

Introduce Fabrizio Tatarella, della Fondazione Tatarella, intervengono Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio; Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura; Luciano Violante, già presidente della Camera. Conclude il presidente del Senato, Ignazio La Russa. Modera l’incontro il direttore del Tg2, Nicola Rao.

Giuseppe Tatarella, una vita per la politica

Giuseppe Tatarella detto Pinuccio  nato a Cerignola il 17 settembre 1935 e scomparso a Torino il giorno 8 febbraio del 1999 è stato deputato ininterrottamente per quasi vent’anni dal 3 giugno 1979. A partire dall’IX legislatura è stato presidente del gruppo parlamentare del Msi e po del gruppo di Alleanza nazionale, partito che ha fondato. Dal febbraio del 1997 ha ricoperto l’incarico di vicepresidente della Commissione parlamentare per le riforme costituzionali presieduta da Massimo D’alema.

E’ stato Vice Presidente del consiglio dei Ministri e Ministro per le telecomunicazione nel pirmo governo Berlusconi nel’94. E’ stato consigliere comunale in diversi piccoli comuni (Noicattaro, Canosa, Noci), assessore alla cultura al comune di Bari. Ha fondato Puglia d’oggi che ancora oggi esce in suo onore. Promotore del nuovo sistema elettorale regionale, detto appunto tatarellum. Esponente dell’area moderata di AN, fu l’artefice della vittoria al congresso di Sorrento che portò Gianfranco Fini al vertice del Msi.

Amava definirsi il numero uno-bis di AN. Per il suo ruolo di mediazione come Vicepresidente del Consiglio dei Ministri durante il governo Berlusconi I, si autodefinì «ministro dell’Armonia» e con tale appellativo continua ad essere ricordato tutt’ora. Ancora forte e vivo nel mondo politico è rimasto il suo pensiero e l’insegnamento politico, profondamente radicato in certe peculiarità della cultura politica nazionale: in particolare, la polemica contro i “poteri forti” (termine da lui coniato per definire potentati economici internazionali capaci di orientare le scelte dei decisori politici in tempi di stabilità istituzionale e di rovesciare quelli scomodi in tempi di evoluzione dello scenario globale).

Animatore di diverse riviste, da Repubblica Presidenziale a Centrodestra e Millennio, diresse alcuni giornali come Il Roma e Puglia d’Oggi, e pubblicò anche alcuni libri: Democrazia e religione, Foggia, Gruppo Universitario Fiamma, 1956; Nel feudo di Moro, Bari, Agenzia Sudas, 1960; Lo scandalo edilizio al Comune di Bari, Bari, Agenzia Sudas, 1964; La semieleggibilità a parlamentare del consigliere regionale. Commento critico alla sentenza politica n. 5 del’78 della Corte Costituzionale, Bari, Edizioni Puglia d’oggi, 1978; Bari, la cultura nella piazza mediterranea, Napoli, Edizioni del Roma, 1998.