E ora il centrodestra deve tirare fuori la carta per la regione Lazio

Nel Lazio il centrodestra deve giocarsela bene, sarà il primo test dopo la nascita del governo guidato da Giorgia Meloni e certo non ci si possono permettere passi falsi.
Nei giorni scorsi, Matteo Salvini ha chiesto una decisione più che rapida per la successione a Nicola Zingaretti. La data del voto è ancora da decidere, ma è evidente che non si può aspettare l’ultimo giorno prima della presentazione delle liste.

La sfida del centrodestra nel Lazio
Nella regione la partita si può vincere, ma non si devono sottovalutare i numeri emersi nelle elezioni politiche. Il centrodestra ha preso nel Lazio circa il 45 per cento dei voti. Il restante 55 è diviso tra soggetti che alle elezioni sono andati divisi. E per questo il Pd tornerà sulla solfa del “campo largo”. Occorrerà smontarne la velleità.
Il primo quesito verterà sull’incompatibilità tra “Terzo polo” – che non è tale – e i Cinquestelle. Nel Lazio stanno nella maggioranza attuale di Zingaretti: questa “coalizione” potrà proporsi agli elettori? E anche per la Lombardia varrà il ragionamento “largo”?
Servirà una candidatura capace
Poi, servirà una candidatura capace di parlare a tutti, e non semplicemente figlia di un apparato di partito.Con la complicazione che sarà difficile tirarla fuori dagli eletti nei collegi uninominali del Parlamento, dove poi si dovrebbe rivotare… Se è evidente che a proporla dovrà essere Fdi, l’augurio è che non ci si limiti alla casacca. Ma che si riesca a trovare la disponibilità di una personalità rappresentativa.
E comunque bisogna far di tutto per andare al voto al più presto. Il centrodestra nel Lazio non deve consentire alla sinistra di perdere tempo per la convocazione delle elezioni per il bisogno di creare la propria alleanza elettorale.
La regione ha bisogno al più presto di un governo incisivo nelle grandi scelte – a partire da sanità e rifiuti – e non può diventare laboratorio di scelte politiche azzardate. A buon intenditore, poche parole.