Centrodestra in surplace, non si riunisce: meglio il proporzionale

Centrodestra surplace

Siamo al surplace del centrodestra, hanno annunciato da giorni “il vertice imminente”, manco per idea. Ma se non si parlano, non è meglio la legge elettorale proporzionale? Anche perché le alleanze mica le garantisce più il sistema maggioritario finto attuale. Con partiti al massimo del 25 per cento, nessuno avrà lo scettro dall’altro.

E comunque il surplace del centrodestra è evidente.

Centrodestra bloccato in surplace

Non si incontrano più. Perché il vertice non lo convoca il fondatore della coalizione. Non lo convoca il primo gruppo parlamentare. E non lo convoca neppure il primo partito nei sondaggi. Che cosa bisogna fare per mettere attorno a un tavolo Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini non lo sa nessuno. Deprimente.

L’attuale legge elettorale, lo ha evidenziato sul Corriere della Sera Francesco Verderami, complica tutto per i collegi da dividere tra gli alleati. E non è vero che indica la certezza di governare l’Italia il giorno dopo con i vincitori delle elezioni.

In questa legislatura morente ci sono state tre maggioranze diverse. A meno che non si pensi a dover votare ogni anno perché nessuno raggiunge il 51 per cento, si tornerà alle alleanze post elettorali.

Inutile anche la mistica dei patti antinciucio.  Dire “mai” a Tizio o a Caio diventa un imbroglio verso gli elettori. Utile per i sondaggi, non per la politica e il governo dell’Italia. Purtroppo.

Un vincolo per decidere assieme

Semmai il Centrodestra dovrà promettere agli italiani un vincolo a decidere assieme la strategia per il dopo voto, ma si eviti lo stress dei collegi. I voti si tradurranno in seggi e poi si sommeranno se si vorràcontinuare l’alleanza. Anche perché solo così la “coalizione” che non riesce a riunirsi potrà avere la possibilità di incidere. Non ha potuto farlo Fratelli d’Italia, che ha scelto la strada dell’opposizione sia pure non barricadiera. Non hanno potuto farlo neppure Lega e Forza Italia con un premier come Mario Draghi che ha altri interlocutori a cui badare.

Ragionateci, alla fine col proporzionale vi conterete e sarà quello l’unico primato a cui puntare.