Cerveteri, Campo di Mare ‘abbandonato’ dal costruttore: il Comune ottiene maxi risarcimento dal Tribunale

Cerveteri, con una decisione destinata a fare giurisprudenza, il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha condannato la nota società edile O. al pagamento di 406mila euro più interessi a favore del Comune di Cerveteri. Il risarcimento copre le spese sostenute dall’Ente pubblico per garantire la sicurezza e la funzionalità del comprensorio residenziale Campo di Mare, abbandonato per anni a sé stesso, almeno secondo il Comune, la cui versione dei fatti è stata ora ‘promossa’ dai giudici.
Cerveteri, Campo di Mare: quel Piano edile mai compiutamente attuato
La vicenda ha radici lontane. Campo di Mare nasce da una lottizzazione approvata negli anni Sessanta con l’obiettivo di sviluppare un’area residenziale sul litorale ceretano. Il progetto prevedeva che tutte le opere di urbanizzazione — strade, impianti idrici, fognature e illuminazione — restassero in carico alla società O. fino alla loro cessione formale al Comune. Da effettuarsi solo in presenza di opere regolari e collaudate. Ma questa cessione non è mai avvenuta, e gli obblighi previsti dagli accordi sottoscritti nel 1964 e nel 1991 sono rimasti sistematicamente disattesi.

Interventi pubblici a tutela dei cittadini di Cerveteri
A fronte della mancata manutenzione da parte del privato, il Comune di Cerveteri è stato costretto a intervenire più volte in via d’urgenza. A partire dal 2010, una lunga serie di ordinanze contingibili e urgenti ha imposto alla società O. di provvedere al ripristino e alla messa in sicurezza di impianti essenziali. Di fronte all’inerzia del privato, l’amministrazione ha eseguito direttamente i lavori in danno, anticipando spese che si sono via via sommate fino a superare i quattrocentomila euro.
Depuratore, fognature e acquedotto al collasso a Cerveteri
Le criticità più gravi hanno riguardato il depuratore di via delle Palme, che versava in condizioni tali da generare rischi di inquinamento ambientale. Sono seguiti interventi per eliminare perdite idriche, ripristinare la potabilità dell’acqua, consolidare la rete fognaria e ristabilire le condizioni igienico-sanitarie minime. Tutte operazioni documentate da mandati di pagamento, fatture e atti ufficiali prodotti in giudizio dal Comune di Cerveteri. A ciò si aggiungono lavori straordinari eseguiti da ditte incaricate direttamente dall’ente, e servizi tecnici per il collaudo e il raccordo con la rete comunale.
Responsabilità contrattuale dimostrata
La sentenza del Tar, pronunciata il 1° agosto 2025, è chiara: la società O. ha violato gli obblighi contrattuali stabiliti dalla convenzione urbanistica. Il giudice amministrativo ha riconosciuto l’esistenza di un titolo giuridico valido, l’effettivo danno subito e l’assenza di qualsiasi prova contraria da parte della resistente. Tentativi di giustificazione — come l’impossibilità economica dichiarata nel 2018 — non sono stati ritenuti idonei ad escludere la responsabilità.
Nessun obbligo per il Comune di Cerveteri in assenza di opere regolari
Uno dei punti centrali della sentenza riguarda la distinzione tra obbligo giuridico e possibilità concreta. Il Comune, pur dovendo in linea generale prendere in carico le opere di urbanizzazione, non è tenuto a farlo in presenza di irregolarità urbanistiche o carenze strutturali, come quelle riscontrate a Campo di Mare.
Il Tar ha sottolineato che il passaggio di proprietà delle opere non può essere imposto arbitrariamente dal privato, specie se non collaudate, incomplete o non idonee all’uso pubblico.
Un caso emblematico per il litorale laziale
La vicenda di Campo di Mare rappresenta uno dei casi più emblematici di urbanizzazione incompiuta sul litorale romano. Per anni i residenti hanno dovuto convivere con servizi carenti e strutture degradate, mentre il Comune cercava di intervenire in supplenza del soggetto obbligato. Con questa pronuncia, l’amministrazione riceve un riconoscimento non solo economico, ma anche istituzionale del proprio operato.
Condanna piena e immediata esecutività
Oltre al risarcimento, la sentenza ha stabilito che la società O. dovrà versare anche 3.000 euro per le spese di lite, con efficacia esecutiva immediata. Il Tribunale ha ritenuto infondate tutte le tesi difensive, compresa quella — già rigettata dal Consiglio di Stato a gennaio 2025 — secondo cui il Comune avrebbe omesso il passaggio di proprietà delle opere. Anche la giurisprudenza richiamata dalla resistente è stata ritenuta non applicabile al caso in esame.
Un nuovo capitolo per Campo di Mare
La decisione segna la chiusura di una lunga stagione di contenziosi e abbandono. Ora, con il pronunciamento del Tar, il Comune potrà pianificare un nuovo futuro per Campo di Mare, nella prospettiva di restituire dignità a un territorio troppo a lungo trascurato. La società O. ha facoltà di presentare ricorso contro tale sentenza al Consiglio di Stato, secondo ed ultimo grado della Giustizia Amministrativa.
