Fico chiede l’ufficio di “cittadinanza”: manterrà tutti i privilegi segreteria inclusa (a spese nostre)

Fico, ufficio

“Spero si tratti di una menzogna”: così Alessandro Di Battista commenta via twitter l’indiscrezione secondo la quale il presidente uscente della Camera, il pentastellato Roberto Fico, avrebbe intenzione di tenersi staff e ufficio a Montecitorio.

Secondo quanto riferisce Repubblica, il politico M5s avrebbe scelto mantenere il proprio ufficio dentro il Palazzo, peraltro nella stessa stanza che a suo tempo fu assegnata anche al veterano delle istituzioni Pier Ferdinando Casini. Per una strana ironia della sorte, poi, quello spazio a Montecitorio si trova proprio vicino al terrazzo che i grillini della prima ora occuparono nel 2013 per protestare contro un ddl sulle riforme. Altri tempi, quando i grillini predicavano la povertà francescana.

Ufficio di cittadinanza per Fico

Sempre stando alle indiscrezioni raccolte da Lorenzo Cicco, Fico, che prima di venire eletto nel 2008 lavorava in un call center, manterrà anche uno staff di collaboratori, se pur in forma ridotta rispetto a quando presiedeva la Camera. Ad affiancarlo dovrebbero quindi esserci due collaboratori, entrambi esterni agli organici di Montecitorio.
Si tratta – va precisato – di benefit che solitamente spettano di diritto agli ex presidenti e dunque Fico non commetterebbe alcuna forzatura rispetto alle prassi previste. Va inoltre aggiunto che  dotazioni per gli ex della Camera permangono per una legislatura (al Senato sono invece garantite per dieci anni). Certo, l’immagine dell’esponente Cinque Stelle a bordo di quell’autobus nel 2013 fa però sorridere, se raffrontata alle evoluzioni dei grillini duri e puri anche in termini di approccio alle istituzioni. Sembra passato un secolo da quando Fico arrivava in bus e in jeans.

La risposta a brutto muso a Di Battista: “Ho già rinunciato a troppi soldi”

«Ho sempre rispettato tutte le regole del Movimento: sulle restituzioni così come sui due mandati. E dunque non accetto lezioni di principio su questo, da nessuno». Appare una implicita replica a Alessandro Di Battista, che sui social aveva criticato l’ufficio messo a disposizione dell’ex presidente della Camera, la messa a punto che arriva da Roberto Fico. «Da presidente della Camera ho rinunciato a 300 mila euro di indennita’ di carica in poco meno di cinque anni, cui si aggiungono 130 mila euro cui ho rinunciato da presidente della Vigilanza Rai. E in questi anni – sottolinea ancora l’esponente M5s – ho restituito più di 300 mila euro dei miei stipendi alla comunità» Per un totale di oltre 700 mila euro”. “E adesso da ex presidente della Camera, come e’ giusto, non avro’ diritto a nessuna indennita’, nessuna diaria e a nessun rimborso spese, ma solo – precisa Fico – a un ufficio alla Camera per un tempo limitato, come previsto dalle norme di Montecitorio”.