“Chi è guarito dal cancro deve vivere come gli altri”: Meloni invita il Senato ad approvare la legge

“Sono molto fiera che la Camera dei deputati abbia licenziato la legge sul diritto all’oblio oncologico. È un tema al quale io tengo molto e che riguarda la vita di alcuni cittadini che di fatto vengono discriminati nella loro quotidianità solamente perché hanno avuto un tumore e sono guariti”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel corso della sua rubrica social “Gli appunti di Giorgia”. “In particolare accade che persone che hanno avuto un tumore e poi sono riuscite a vincerlo si vedono negate diritti importanti come l’accesso ai servizi finanziari, ai servizi bancari e assicurativi, alle procedure di adozione dei minori. Persone troppo spesso costrette ad affrontare difficoltà burocratiche che gli impediscono di tornare a una vita normale quando potrebbero farlo perfettamente”, ha aggiunto la presidente del Consiglio.

“Chi è guarito dal cancro una volta trascorsi 10 anni dal trattamento e senza episodi di recidiva, non sarà più costretto a rivelare informazioni sul proprio passato sanitario e sulla patologia pregressa che ha avuto. Vogliamo mettere fine a questa ingiustizia. Seguiamo con attenzione l’evolversi dell’iter parlamentare per questa importante battaglia di civiltà e confido che anche il Senato in brevissimo tempo la trasformerà in legge definitiva e riuscirà finalmente a rimuovere una discriminazione intollerabile per una nazione civile”, ha affermato.

Che cos’è la legge sull’oblio oncologico

La legge sull’oblio oncologico “permette di tornare ad una vita normale e di non essere più discriminati. Per quanto riguarda la confusione che si è creata in questi giorni sui termini, bisogna fare chiarezza”. Così Patrizia Marrocco, deputata di Forza Italia, relatrice e prima firmataria della proposta di legge sull’oblio oncologico approvata dalla Camera dei deputati, intervenendo a Morning News.

“Nel percorso che abbiamo portato avanti nelle commissioni – ha spiegato – abbiamo avuto un confronto, che continua tutt’oggi, con i medici e con le associazioni dei pazienti e famigliari, tra cui voglio ricordare il lavoro prezioso di FAVO e di AIOM. Abbiamo approvato una norma flessibile per due aspetti. In primis, la medicina e la scoperta di nuove terapie sono sempre in evoluzione, basti pensare che fino a quindici anni fa il termine cancro era associato alla parola morte, oggi invece si parla anche di guarigione. Il secondo aspetto riguarda i criteri attuativi. Dopo che il Senato avrà approvato questa proposta di legge e quindi la legge sarà applicabile, il ministero della Salute, di concerto con i medici e le associazioni nazionali oncologiche, definirà, come avviene in altri Paesi europei, delle tabelle con gli anni necessari per ogni neoplasia. Saranno quindi indicati in modo analitico tutti i casi in cui il termine sarà ridotto. Non necessariamente si dovrà attendere dieci anni alla fine del trattamento superati i ventun anni o cinque al di sotto del ventunesimo anno. Ci sarà quindi un elenco di eccezioni per i tumori. Già oggi ci sono dei tumori che hanno bisogno di un tempo di guarigione molto inferiore, quindi sarà tutto regolamentato e aggiornato tenendo conto dei progressi della ricerca e delle cure sempre all’avanguardia, ricordando anche che il nostro Servizio Sanitario Nazionale è una eccellenza nel mondo. Il diritto all’oblio oncologico non toglie nulla, semmai introduce un diritto essenziale. Basta alle discriminazioni, io non sono la mia malattia”, ha concluso.