Chi sono gli “hikikomori”, i ragazzi che si ritirano dalla società e dal suo modello “tossico”

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“In Italia prima della pandemia erano almeno 100-120mila gli hikikomori, in una fascia d’età compresa tra i 12 e i 23 anni. Negli ultimi anni si sta verificando un abbassamento dell’età media in cui avviene il ritiro dalla società. La pandemia ha costretto all’isolamento sociale e scolastico adolescenti e ragazzi per mesi. E proprio in un’età in cui il rapporto con gli altri è formativo e fondamentale, ha generato degli effetti di cui si conteranno i danni negli anni a venire. Non si può, infatti, escludere un legame tra i due fenomeni”. E’ quanto sottolinea l’Eurispes nel Rapporto Italia 2022 al capitolo “Hikikomori, ritirati dalla vita e dalla competitività tossica”. Da almeno una quindicina d’anni, l’hikikomori è piuttosto presente in Italia e il nostro è uno dei Paesi, al di fuori del Giappone, in cui il fenomeno è più diffuso.

Gli hikikomori rifiutano la società troppo competitiva

“Spesso, il ritiro è la conseguenza di depressione o dipendenza da Internet. Psicopatologie alle quali esso è collegato ma che ne rappresentano più spesso l’effetto anziché la causa, che va ricercata in dinamiche sociali più estese – spiega l’Eurispes -. In Italia si osserva che il momento in cui inizia l’isolamento è quello delle scuole medie e superiori. Per questo è stato collegato all’abbandono scolastico e al periodo delicato di formazione dell’adolescenza”. Secondo più psicologi che si occupano di adolescenti e di hikikomori, il Covid ha incrementato il fenomeno. “Tra le diverse motivazioni, c’è  la fatica che fanno i giovani a reggere il confronto con la società di oggi. In cui i social contribuiscono a enfatizzare il giudizio altrui, e dove gli standard proposti sono quelli del successo, dei soldi e dell’apparire a tutti i costi.

Il fenomeno degli hikikomori è il sintomo di un problema più ampio

E se si è fuori da questi standard si è diversi. Eppure non è giusto interrogarsi solo sul mondo degli adolescenti senza fare riferimento anche agli adulti. Ascolto, supporto, sicurezza: i genitori possono fare molto per aiutare i ragazzi ad uscire dall’isolamento, così come l’istituzione scolastica – osserva l’Eurispes -. Un fenomeno come quello degli hikikomori è il sintomo di un problema più ampio, che riguarda nel profondo la società: non sono i ragazzi, bensì un intero stile di vita con i suoi valori ad essere chiamato in causa”.

La patologia in Giappone interessa l’1,5 della popolazione

Secondo un sondaggio condotto dal governo giapponese e aggiornato al 2016, gli hikikomori sono circa 541.000 (1,5% della popolazione), giovani tra i 15 e i 39 anni. Sul fronte europeo, l’Istituto Nazionale di Statistica britannico (Office for National Statistic, Ons) nel 2018 si è occupato del fenomeno dell’isolamento giovanile, senza dargli però la definizione specifica di matrice nipponica. Il 10% dei giovani intervistati nel Regno Unito tra i 16 e i 24 anni è spesso o sempre da solo: la percentuale più alta rilevata tra le varie fasce di età, il triplo rispetto alla fascia d’età degli over 65, considerata più “a rischio”.

(Foto: hikikomori italia)