Pure Chiara Appendino si trasforma in ultrà rossa

Chiara Appendino

Oltre il Pd, estremisti veri e propri e colpisce che a farnese portavoce sia Chiara Appendino, neodeputato ed ex sindaco di Torino.

Ormai i Cinquestelle sono entrati così prepotentemente nella parte di ultrà di sinistra che pretendono di mettere a tacere le idee altrui. E l’occasione è il Salone di Torino, con le polemiche suscitate da Paolo Giordano.

Chiara Appendino ultrà rossa

Si è fatto un gran baccano su una posizione abbastanza stravagante su presunte ingerenze sul Salone, ma Chiara Appendino è riuscita ad andare addirittura oltre ogni misura.

E siccome Paolo Giordano ha deciso di spararla grossa, la deputata pentastellata ha presentato un’interrogazione al ministro della cultura, Sangiuliano, nel nome dell’ideologia rossa: “Giordano che ha comunicato il suo ritiro dalla corsa per ladirezione del Salone dicendo: ‘Mi sembra non ci siano più le condizioni. Negli ultimi giorni ho avvertito che non ci sarebbe stata piena libertà per me necessaria per accettare l’incarico di direttore del Salone. Ho percepito chiaramente che non sarei stato pienamente libero, e inevitabilmente ho preso la decisione di tirarmi fuori’”.

Apriti cielo. Alla base del ritiro ci sarebbe stata ci sarebbe stata l’imposizione di presenze dell’area di destra nel comitato editoriale del Salone e in generale la mancanza di una piena libertà ed indipendenza nella direzione culturale”.

Faziosità al Salone del Libro

Domandina semplice semplice alla Appendino, come se rivolgessimo noi a lei l’interrogazione: non sappiamo se è vero quanto scrive, ma che vuol dire “imposizione di presenze dell’area di destra” al Salone del libro di Torino?

Siamo alla negazione del diritto di cittadinanza in una manifestazione culturale? Se a destra si scrive non si deve sapere? Avete timore di contaminazioni?

È una pericolosa deviazione proprio rispetto al pluralismo la pretesa di Chiara Appendino. È come negare diritto di parola a decine di milioni di italiani che non sono di sinistra. Farebbe bene, la deputata pentastellata, a ritirare quell’interrogazione. Perché si raggiunge un livello farsesco.