Chiaraluce capolista nel Lazio con Italexit: “Paragone è stato coraggioso a candidarmi”

Carlotta Chiaraluce

“Italexit? CasaPound è casa mia, ma ha fatto la scelta di non presentare il simbolo alle elezioni. E io, da donna e imprenditrice che si è sempre impegnata in prima persona in politica, ritengo di poter e dover dare il mio contributo in un momento così difficile per il popolo italiano”. A parlare all’Adnkronos è Carlotta Chiaraluce, esponente di CasaPound, candidata capolista alla Camera nel Lazio con Italexit.

Chiaraluce: “CasaPound resta la mia casa”


“Dopo le vessazioni del covid, tra green pass e vaccini imposti, i negozi e i ristoranti chiusi per mesi, una crisi economica incombente che minaccia di far pagare il prezzo più caro ai meno tutelati, agli autonomi, ai piccoli imprenditori, alle famiglie, candidarmi per difendere quel poco che resta della nostra libertà era una scelta quasi obbligata. Entreremo in Parlamento e saremo la voce di coloro che sono stati emarginati, ghettizzati e lasciati senza lavoro dal Governo Draghi. Sono queste le battaglie che condivido con il movimento di Gianluigi Paragone, che ha coraggiosamente deciso di candidarmi capolista alla Camera nel Lazio, fregandosene di chi avrebbe potuto storcere il naso per la mia appartenenza a un movimento giudicato ‘radicale’. E’ per questo – conclude Chiaraluce – che diamo fastidio, badiamo al sodo. Il resto è solo propaganda”.

Anche Consuelo Locati candidata con Italeaxit

“Ho accettato di candidarmi con Italexit perché tra tutti i partiti che mi hanno proposto una candidatura, loro sono stati gli unici ad accettare di appoggiare la mia battaglia per i diritti delle vittime della malagestione dell’emergenza Covid”. Lo ha annunciato nei giorni scorsi Consuelo Locati, legale delle circa 500 famiglie di vittime del Covid-19 che hanno intentato una causa civile contro governo, ministero della Salute e Regione Lombardia, spiegando le ragioni della sua candidatura nelle liste di Italexit alle prossime elezioni politiche del 25 settembre.

“Il mio obiettivo -spiega- è quello di riportare l’attenzione su tutto ciò che è successo nel 2020 e sulla battaglia che ho intrapreso due anni e mezzo fa sulle responsabilità istituzionali, sulla malagestione della pandemia, soprattutto nella zona bergamasca e lombarda, a partire dalla mancata tempestiva istituzione della zona rossa neri comuni di Alzano Lombardo e Nembro, i cui nomi l’ex premier Conte aveva persino dimenticato la notte in cui venne a Bergamo a fine aprile 2020, alla mancata corretta informazione ai cittadini, fino ai mancati interventi per il tracciamento e l’isolamento”. Insomma “tutto quello che sto portando alla luce con la mia battaglia e che le istituzioni hanno bellamente deciso di ignorare perché sono una voce fuori dal coro”.