Chicco Testa, sui rifiuti siamo ultimi. Ecco la sfida per chi governerà Roma

Chicco Testa è esponente di lungo corso della galassia dem. Preparato, gentile e mai aggressivo. Con una vocazione equamente divisa tra alta finanza, politica e ambiente. Così dopo essere stato deputato del PCI e PDS e presidente di Legambiente  gli e’ capitato di essere nominato ai vertici di Acea. Unica società della holding capitolina quotata in borsa. Con la presenza di partner privati del calibro di Caltagirone e di GDF Suez (oggi Engie ndr). E di passare poi alla guida di una importante banca d’affari. Insomma, un ruolo sempre sospeso tra l’impegno diretto in politica e la figura del tecnico d’area. Capace magari di prefigurare le priorità negli scenari futuri di governo. E di mettere sull’avviso dei rischi che si corrono non compiendo le scelte giuste. Anche a livello amministrativo, nel nostro territorio. Così è arrivata l’intervista al Corriere della Sera, rilasciata come numero uno di Assoambiente. Nella quale lo stesso Testa riserva un giudizio critico sulla (non) gestione del ciclo dei rifiuti a Roma e nel Lazio. Malagrotta bene o male ha rappresentato una soluzione per trent’anni, ha attaccato il presidente di Assoambiente. Tra l’altro a basso costo. Ma forse proprio per questo la politica non ha deciso. Chiara l’accusa del manager, qualcuno da queste parti si è addormentato. Mentre a Milano e in Lombardia veniva potenziata la differenziata. E fatte scelte coraggiose, anche su nuovi impianti e termovalorizzatori. Mentre ora Roma è costretta a portare fuori i suoi rifiuti. E le bollette a carico dei cittadini sono diventate tra le più alte d’Italia.

Milano pagava molto più di Roma per smaltire i rifiuti, ora è il contrario. E il Piano regionale è insufficiente

Roma si trova senza una discarica, dopo la chiusura di Malagrottta. I cittadini pagano una bolletta altissima per un servizio scadente. E anche sugli impianti va male, tra quelli danneggiati (vedi Tmb Salario ndr) o sequestrati e la mancata realizzazione di nuovi. Ma anche il Piano regionale dei rifiuti sarebbe insufficiente. Secondo quanto dichiarato dal presidente di Assoambiente Chicco Testa. Perché secondo il manager si immagina di potenziare la raccolta differenziata oltre a quanto legittimamente si possa sperare. E dunque si pensa di risolvere così il problema dello smaltimento dei rifiuti. Che va sempre fatto, anche per quelli trattati. Altrimenti, l’unica strada rimane quella di portarli altrove. In altre province o fuori regione. Per essere valorizzati, per la parte possibile. Oppure smaltiti. Problema che è ancora più grande per i rifiuti urbani ‘umidi’. Quelli cioè che vanno stabilizzati in stabilimenti dotati di questa tecnologia. “Mancano impianti per il trattamento della frazione umida, la parte più importante della raccolta differenziata. Mancano discariche, a cominciare da quella per Roma sostitutiva di Malagrotta. E manca almeno un inceneritore con dimensioni importanti. Chissà se il nuovo sindaco di Roma vorrà, finalmente, prendere di petto la situazione”. Queste le conclusioni di Chicco Testa. Chi ha orecchie per intendere è avvisato. E ha materiale e idee sulle quali lavorare.

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