Chiese riaperte, ma con prudenza. Per i fedeli è festa comunque (video)

Chiese riaperte da oggi in tutta Italia e in tutta Roma. Questo all’esito dell’accordo firmato dalla CEI e dal governo italiano il 7 maggio scorso, che finalmente consente di nuovo ai fedeli di recarsi alla Santa Messa. Quella delle chiusure delle Chiese e dei luoghi di culto era stata da subito una disposizione molto sofferta, perché per lunghe settimane milioni di persone sono state di fatto impedite ad esercitare un loro diritto. Costituzionalmente garantito. E poi perché non si capiva bene quale rischio in più ci fosse a recarsi in Chiesa rispetto alle ore passate in fila al supermercato. Visto che molti edifici ecclesiastici dedicati al culto hanno spazi abbondanti interni ed esterni, dove il distanziamento sociale non era poi così difficile da osservare. È sembrato quasi che la cura delle anime non fosse una prima necessità, come per esempio l’alimentazione o la cura del corpo. Un discorso complesso, che è stato in parte risolto attraverso la tecnologia con le funzioni officiate in streaming. Ma è chiaro che seguire la messa dal computer di casa non è la stessa cosa.

La riapertura di oggi ha fatto felici tutti i credenti. Anche se alcune limitazioni restano. A cominciare dal numero massimo di persone previsto che non potrà superare le 200 neppure nelle Basiliche più grandi. E poi la riapertura riguarda i soli edifici parrocchiali. Quindi restano esclusi gli altri luoghi di culto. Ma è certamente un nuovo inizio, anche se la prova più impegnativa ci sarà domenica prossima.

https://www.forlitoday.it/cronaca/domande-frequenti-andare-messa-sicurezza-comunione-come-si-fa.html

Da oggi si torna a messa nelle Chiese. Ma con la mascherina e distanti un metro e mezzo. E per la comunione obbligo dei guanti

Si torna a messa da oggi, e per tutti i fedeli è festa grande. Riaprono finalmente Basiliche, Chiese e Parrocchie e non ci sarà più bisogno di seguire le cerimonie religiose in diretta streaming. Ma ovviamente le regole di prudenza restano eccome. A cominciare da quella che per ora non rende obbligatoria la presenza fisica alla messa di precetto domenicale. Andrà chi se la sente, anche perché la capienza in Chiesa rimane limitata. Molti posti nelle panche saranno vietati, per garantire il distanziamento sociale. Mentre i componenti dei nuclei familiari potranno sedersi l’uno vicino all’altro. Ci sarà il dispenser con gel igienizzante all’entrata, e tutti gli ambienti dovranno essere puliti e sanificati prima e dopo di ogni funzione. Comprese panche, microfoni e leggii. Il libro delle letture verrà sostituito da fotocopie che verranno lette preferibilmente da una stessa persona. Anche perché per ogni cambio di oratore, scatta l’obbligo di sanificazione del microfono. Infine il rito più importante, quello della Comunione. La frase celebrativa ‘Il Corpo di Cristo’ verrà pronunciata dall’officiante una sola volta all’inizio, e la risposta Amen sarà collettiva. Ovviamente, le Ostie consacrate verranno distribuite esclusivamente con i guanti.

Alla Chiesa di Don Bosco sanifica l’Esercito. E alla Giustiniana una giovane fedele si commuove. Per noi andare a messa è una prima necessità 

Il Cardinale vicario di Roma Angelo Donati era stato chiaro. Aperture si, ma con prudenza. E nel rispetto del protocollo sottoscritto tra la CEI e il governo. Con l’obbligo preventivo di sanificate tutto. A cominciare dalle porte d’ingresso  delle Chiese per finire con gli altari. Così in alcuni casi si è addirittura fatto ricorso all’Esercito, come è successo per la parrocchia al Don Bosco. Ma in moltissimi altri quartieri ci hanno pensato i parroci e i volontari a far trovare ai fedeli tutto putito e a posto. Pronto per le Sante Messe di oggi. Ancora non affollatissime, perché è il primo giorno e siamo appena a lunedì. Ma chi è andato lo ha fatto con il cuore. Come Francesca, una giovane ragazza che si è fatta intervistare alla parrocchia della Beata Vergine Immacolata alla Giustiniana. Sono felice, ha dichiarato a 7Colli. Perchè per noi fedeli, andare a messa è una prima necessità. E ora è finalmente possibile tornare  di nuovo in Chiesa. È un po’ come ricominciare a vivere, ed è la fine di un incubo. Mentre don Francesco Pesce, parroco da dieci anni di Santa Maria a Monti invita ad andare avanti nel rispetto delle regole e con sobrietà. Insomma dopo tante polemiche, un segno di pace. Proprio quello che ancora in Chiesa non ci possiamo ancora scambiare.

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