Chiesto l’ergastolo per Daniele Cestra, per l’accusa impiccava i compagni di cella

Era stato già condannato per omicidio. Dopo che nel dicembre 2013 aveva ucciso Anna Vastola. Una donna di 81 anni, a Borgo Montenero. Perché sorpreso a svaligiarle l’appartamento.  E stava scontando la sua pena nel carcere di Frosinone. Ma tra il 2015 e il 2016,  proprio nella sua cella si sono verificate due morti sospette. Due altri detenuti infatti, in tempi diversi, sono stati trovati impiccati. Unico elemento in comune delle due morti, la condivisione di quei pochi metri quadrati con Daniele Cestra. Questo il nome del pregiudicato, che fin dall’inizio per quelle morti seriali era stato fortemente sospettato dagli inquirenti. Così sono partite le indagini interne e della magistratura, al termine delle quali il Pm Vittorio Misiti ha chiesto l’ergastolo per il detenuto. Anche grazie alle risultanze delle perizie medico legali, depositate dalla dottoressa Daniela Lucidi.

E adesso, dopo la richiesta della Procura, sarà la Corte d’Assise del Tribunale di Frosinone a decidere le sorti di Cestra. Nella prossima e definitiva udienza, fissata per il 13 giugno.

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Per l’accusa contro Cestra prove schiaccianti

Sarebbero due i compagni di cella uccisi dal detenuto Daniele Cestra tra il 2015 e il 2016. Mentre stava scontando la sua pena per un altro delitto, sempre omicidio. Compiuto nel 2013 a Borgo Montenero. Ai danni di una anziana signora, nel corso di una rapina finita male. Successivamente però, il 17 agosto 2016, veniva trovato impiccato l’anziano Giuseppe Mari, di Sgurgola. Mentre il 24 marzo dell’anno precedente, appeso a una corda era finito il 60 enne Pierpaolo Bassi. Che condivideva, come l’altro, la cella con il Cestra.

I forti sospetti, però, almeno all’inizio, non erano stati provati. E così i due casi erano stati classificati come possibili suicidi. Ma poi, grazie alla attività incessante della Procura e alle risultanze delle indagini, il quadro degli eventi è cambiato. E adesso le due morti, almeno per l’accusa, sarebbero certamente riferibili al detenuto. A giugno la parola definitiva spettera’ alla Corte d’Assise. E anche su questo ‘giallo’ a forti tinte noir calerà la parola fine.

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