Ci mancava Chef Rubio che inneggia ad Hamas. Salvini: “Merita una bella denuncia”

Chef Rubio, Hamas

Gabriele Rubini, conosciuto come Chef Rubio, non la finisce di provocare e di incendiare i social con le sue frasi deliranti: l’ultima è pro Hamas.

Il cuoco televisivo ha scritto la frase in occasione della manifestazione romana pro Palestina. Ed è un esempio di incitamento all’odio. «Siamo tutti Hamas è stata la cosa più sensata detta al corteo di Roma». Un tweet che ha registrato la reazione giustamente indignata e allarmata del ministro dei Trasporti Matteo Salvini. “Parole gravissime che meritano una bella denuncia”, ha commentato su Instagram il leader della Lega.

Chef Rubio e il delirio pro Hamas

Commento che ha incassato l’apprezzamento pressoché della totalità dei follower. “Questo dovrebbe andare a cucinare a Teheran”, commenta un utente. Mentre Marinella incalza: “Rubio è sempre inqualificabile. Poi chef de che?”. Ottima domanda che non ha ancora trovato risposta. “Da qualsiasi parte si scelga di stare fra Israele e Palestina, Rubio resta un pirla”, sentenzia un altro. Ancora più diretto un altro commento: “Ma questo è proprio un coglione…che se ne vada al arruolarsi nelle truppe di terroristi di Hamas se gli piace tanto”. Posizione condivisa in diversi commenti:
“Ma visto che sono tutti pro Hamas perché non si arruolano e vanno a combattere con loro?”. E un altro chiede: “Provare a mandarlo a Gaza?”. La domanda semmai è un’altra. Ma siamo proprio sicuri che a Gaza quelli di Hamas vogliano uno così?

Chef Rubio ha diversi problemini giudiziari: Liliana Segre ha giustamente deciso di denunciare lui e altre 23 persone per minacce online. Da anni, infatti, il cuoco dei Castelli sparge odio sugli ebrei nascondendosi dietro al dito dell’antisionismo. E quando non insulta gli ebrei se la prende con le forze dell’ordine. Chef Rubio è infatti anche usato di diffamazione a Velletri. Il procedimento in questione è relativo a un Tweet del settembre 2020 sul caso di Federico Aldrovandi, morto a Ferrara il 25 settembre 2005 a seguito di un intervento di polizia. Il cuoco televisivo è accusato di aver commentato nel settembre 2020 il fatto che alcuni cassonetti dei rifiuti erano stati posizionati proprio davanti al luogo in cui morì Federico Aldrovandi, insultando la polizia. Insomma, la querela paventata da Salvini non è la prima e, visto il delirio crescente del cuoco velletrano, temiamo neanche l’ultima.