Ciclabile del Flaminio, anche Bici Roma contro il Comune

Anche l’associazione indipendente Bici Roma che rappresenta migliaia di ciclisti della Capitale è andata su tutte le furie. Per il modo in cui il Campidoglio ha realizzato i tre chilometri e mezzo di pista ciclabile temporanea che parte da piazzale Flaminio. E che percorrendo il lungotevere Arnaldo da Brescia arriva fino a Ponte Milvio. Un’idea interessante, senza dubbio. Anche perché il percorso incrocia anche alcuni luoghi simbolo come il Ponte della Musica, il Maxxi e il Macro. Ma il problema starebbe proprio nella realizzazione della ciclabile. Che passa attraverso strettoie, dossi e radici degli alberi. E che ha comportato oltretutto la drastica riduzione dei parcheggi per le autovetture private. Non più a spina ma orizzontali, quasi in mezzo alla carreggiata. Insomma, ancora una volta l’amministrazione Raggi è riuscita a scontentare un po’ tutti. Anche perché dei 150 chilometri di nuove piste per le bici promessi in primavera, ne sarebbero stati realizzati poco più di quindici. Tra ritardi e difficoltà tecniche e burocratiche. Abbastanza per far gridare al fallimento.

Ecco le ciclabili impossibili della Raggi. E i cassonetti finiscono in mezzo alla strada

Tra ostacoli e radici la ciclabile sul Tevere fa acqua da tutte le parti

Oltre a Bici Roma anche la politica è andata all’attacco della Raggi. Per la ciclabile temporanea che collega piazzale Flaminio a Ponte Milvio. E che non sarebbe stata progettata con la necessaria cura. Non basta un po’ di vernice per terra per creare una nuova infrastruttura, ha attaccato dal suo sito l’ex deputato e consigliere comunale Vincenzo Piso. E anche gli esponenti giovanili della Lega hanno bacchettato l’amministrazione. Critiche che fanno il paio con quelle già avanzate per altre realizzazioni, come la pista del Torrino. O quella che collega Castro Pretorio con l’Umberto I. Dove per cause tecniche gli ultimi 300 metri non si sono potuti realizzare. Proteste anche al Tuscolano, dove sono spariti decine di posti auto per far posto alla ciclabile. E a via Gregorio VII, con i cassonetti finiti in mezzo alla strada per far posto alle due ruote. Insomma, piste ciclabili si, improvvisazione no. Questa sembra essere la sintesi dei tanti giudizi negativi che stanno piovendo sulla sindaca. Per come si sta gestendo la rivoluzione promessa della ‘mobilità dolce’ in città. Che a dispetto delle promesse, stenta ancora a decollare.

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