Da Cinquestelle e Italia Viva, la rivoluzione è proprio finita

Cinquestelle Italia Viva

Se dai Cinquestelle si finisce ad Italia Viva, vuol dire che si è rotto ogni argine. Apparentemente è una storia minore quella del trasloco della senatrice Elvira Evangelista da M5s al partito di Matteo Renzi.

Eppure tanto significativa. Anzitutto perché non si comprende che cosa possa offrire l’ex premier ad una parlamentare arrivata sull’onda della rivoluzione nei palazzi della politica.

Il salto da Cinquestelle a Italia Viva

E poi, perché i due soggetti politici sono opposti. Renzi non viene invitato alle riunioni del centrosinistra e non passa giorno senza sfottere – con arguzia innegabile – quel che rimane di Giuseppe Conte. Sindrome di Stoccolma da parte della senatrice? Ricerca di scialuppe?

Difficile dirlo, però colpisce assai questa storia. C’è il precedente identico della senatrice Vono, ma in un’altra roca politica. Ora la motivazione per passare dai Cinquestelle a Italia Viva è raccontata dalla protagonista anche a causa della doppia morale grillina. Ed evidentemente ogni riferimento alla vicenda giudiziaria che sembra travolgere il guru è chiarissimo.

Ovviamente, gli scappati di casa reagiscono e denunciano che la transfuga aveva votato astenendosi sulla relazione per il caso della fondazione Open nella giunta per le immunità parlamentari, “salvando” Renzi. Che cosa vogliono dire, è stata pagata? Eppure proprio per Beppe Grillo li abbiamo scoperti improvvisamente garantisti…

La brutta fine pentastellata

Del resto, non sarà un caso se dall’inizio della legislatura ad oggi circa un centinaio siano stati i parlamentari grillini ad aver abbandonato la zattera. E non è pure un caso se non c’è stato neppure un deputato o un senatore ad aver varcato il Rubicone verso di loro.

È il segno evidente – l’ennesimo – del flop di una forza politica che sembrava aver avviato la fine di un regime. Ma nella scatoletta di tonno che voleva aprire ci sono finiti loro e così ormai sono individuati dal popolo che gli aveva dato una fiducia enorme col voto del 2018.

Hanno ingannato l’elettorato e ora si ingannano tra di loro. È una fine davvero triste.