Circonvallazione Clodia, si schianta in moto 63 enne. La Procura indaga sull’asfalto sconnesso

Si è schiantato alla guida della sua Honda Cbr 600 un esperto centauro di 63 anni. L’incidente mortale è avvenuto all’altezza della Circonvallazione Clodia, appena superato il Tribunale. In direzione piazzale degli Eroi, proprio in prossimità dell’incrocio con via Mario Amato. La traversa che porta poi verso la vicina Corte d’Appello. La dinamica del sinistro è ancora da chiarire, ma sta di fatto che la vittima ha perso la vita rimanendo incastrata sotto la ruota di una Lancia Musa. Che con l’anteriore avrebbe invaso parte della corsia opposta, forse nel tentativo di effettuare una svolta o di fare un’inversione. Tutti particolari che ora sono al vaglio degli inquirenti. Che dovranno decidere se sussistano o meno gli estremi per il reato di omicidio stradale. Ma la Procura starebbe puntando gli occhi anche sulle condizioni dell’asfalto. Che in quel tratto risulta ricco di buche, alcune delle quali ricoperte alla bell’e meglio. E proprio su una di esse il centauro potrebbe aver perso il controllo della sua Honda. Nel tentativo di frenare per evitare l’auto che intanto era sbucata sulla carreggiata. Appena avvenuto l’incidente, sono stati comunque prestati i soccorsi. Prima da altri automobilisti, poi dai medici del 118. Ma purtroppo l’uomo era già in gravissime condizioni. E i sanitari non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. Il conducente sotto shock della Lancia Musa invece è ricoverato all’ospedale Santo Spirito per accertamenti.

Luca, morto a 20 anni per le buche. La Procura indaga chi fece la manutenzione stradale

Forse le buche la causa dell’incidente mortale di ieri a Circonvallazione Clodia. E non sarebbe la prima volta a Roma

La Procura sta indagando. Per verificare se le troppe buche presenti sull’asfalto in quel maledetto incrocio sulla Circonvallazione Clodia possano aver contribuito a far perdere il controllo della moto. Al centauro di 63 anni che purtroppo è finito sbalzato di sella sotto le ruote di una vettura che svoltava. Ed è deceduto nonostante l’estremo tentativo dei soccorritori. Vedremo, ma se così fosse non sarebbe la prima volta a Roma. E a rischiare potrebbero essere i responsabili della manutenzione di quel tratto di strada. Le ditte incaricate, e i pubblici funzionari addetti alla vigilanza. Esattamente come nel caso di Luca. Il ragazzo appena 20 enne sbalzato di sella dal suo scooter. Mentre percorreva via del Labaro nel dicembre del 2018. Per andare a trovare la sua ragazza, di ritorno dal tirocinio che stava effettuando presso il vicino ospedale Sant’Andrea. E in questo caso la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per i due titolari della ditta incaricata della manutenzione. Con udienza fissata davanti al Gip per il prossimo 10 maggio. Vedremo se anche per l’incidente di ieri succederà la stessa cosa. Per affermare un principio. Di buche a Roma non si può più morire.

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