Civitavecchia, telefonini e droga nel carcere. Caos anche a Sollicciano

carcere di civitavecchia

Carceri italiane nel caos. Un telefono cellulare, perfettamente funzionante, è stato sequestrato dalla Polizia Penitenziaria nel carcere di Civitavecchia. Questo, tuttavia, non è l’unico evento critico accaduto nella struttura detentiva. Lo denuncia Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe. “Nel corso di una perquisizione in carcere, gli uomini della Polizia Penitenziaria, dopo avere esaminato e perquisito ogni anfratto delle Sezioni detentive, hanno trovato in una cella un telefono cellulare, perfettamente funzionante. In un’altra Sezione, invece, un detenuto ha lanciato la sedia contro un poliziotto, che fortunatamente accusato solo un graffio al braccio”.

A Civitavecchia introdotti telefonini e droga

“Ma – prosegue Somma – non è finita qui. Nell’area dedicata ai colloqui del carcere di Civitavecchia, un familiare aveva nascosta della sostanza stupefacenti nelle parti intime. Quando ha visto che erano in atto i controlli ha pensato bene di ingoiare tutto. Per sua fortuna, i colleghi lo hanno visto e scortato subito in ospedale. Questi episodi stroncati sul nascere grazie all’attenzione, allo scrupolo e alla professionalità di Personale di Polizia Penitenziaria. Per questo il Sappe esprime il proprio apprezzamento al personale di Polizia Penitenziaria in servizio presso il carcere di Civitavecchia. Il segretario generale del Sappe Donato Capece ricorda che “la Polizia Penitenziaria è quotidianamente impegnata nell’attività di contrasto all’introduzione di telefoni cellulari ed alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori.

Adottare nelle carceri soluzioni intelligenti

Nonostante la previsione di reato prevista dal art. 391 ter del Codice penale di recente emanazione per l’ingresso e detenzione illecita di telefonini nelle carceri, con pene severe che vanno da 1 a 4 anni, il fenomeno non sembra ancora attenuarsi. Vanno adottate soluzioni drastiche, come la schermatura delle Sezioni detentive e degli spazi nei quali sono presenti detenuti all’uso dei telefoni cellulari e degli smartphone”. Non è finita: “Giornata da incubo nella Casa circondariale di Sollicciano. Lì solo grazie al tempestivo e professionale intervento della Polizia Penitenziaria si è impedito che un detenuto si togliesse la vita”. La notizia arriva dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, attraverso il Segretario Regionale della Toscana Francesco Oliviero.

Giornata da incubo anche al carcere di Sollicciano

“Un detenuto marocchino di 27 anni ha tentato di togliersi la vita. Salvato solo grazie all’intervento della Polizia penitenziaria. L’uomo già arrestato e portato in Istituto il 5 agosto scorso per spaccio di sostanze stupefacenti. Ha tentato di impiccarsi utilizzando il lenzuolo che ha legato al collo e alle sbarre. A quel punto, un agente nel giro di controllo è intervenuto riuscendo a salvarlo”.