Clamorosa svolta a L’Espresso: licenziato Lirio Abbate, il nuovo direttore arriva da Forbes

edicola Rocca Priora

“La nuova proprietà dell’Espresso oggi ha comunicato al comitato di redazione l’immediata e immotivata sostituzione del direttore Lirio Abbate proprio nel momento in cui deve essere attuato il piano editoriale. La redazione dell’Espresso ha proclamato lo stato di agitazione, si riunisce in assemblea permanente e ha dato mandato al Cdr di prendere ogni tipo di iniziativa a tutela del prestigio e dell’indipendenza della testata”. Lo scrive su L’Espresso il cdr del settimanale.

Lirio Abbate licenziato, all’Espresso arriva la clamorosa svolta

Al posto di Lirio Abbate arriva Alessandro Mauro Rossi, direttore di Forbes Italia e direttore editoriale del gruppo Bfc Media. La redazione dell’Espresso ha proclamato lo stato di agitazione e si è riunita in assemblea dando mandato al Cdr di “prendere ogni tipo di iniziativa a tutela del prestigio e dell’indipendenza della testata”. Il numero in uscita sembra garantito, non altrettanto quello successivo.

Nel giugno scorso, quando Iervolino ha acquisito da Gedi la storica testata, Lirio Abbate – subentrato con le dimissioni di Marco Damilano – era stato confermato alla guida per “continuità con la precedente gestione”.

Per Damilano era arrivato un paracadute d’oro a Raitre. Un compenso di 1000 euro lordi a puntata per circa 200 puntate nell’arco di 10 mesi. Niente male come soccorso rosso. Non è ancora dato sapere se per Lirio Abbate si apriranno le porte di qualche collaborazione su Raitre o su La7, emittenti che fanno da scialuppe di salvataggio per le penne rosse.

In Rai più di duemila giornalisti, ma per Damilano si è trovato posto

In una nota, Lettera22 aveva contestato la scelta della Rai. “Più di 2000 giornalisti interni e la Rai chiama un esterno per condurre la striscia informativa quotidiana di Rai3?” È una scelta incomprensibile quella della Rai, se non in una logica di mera lottizzazione. Un’operazione che ricorda stagioni della Prima Repubblica in cui il servizio pubblico veniva usato come “ammortizzatore sociale” piazzandovi i giornalisti in uscita dai giornali di partito. Contrattualizzare in Rai Marco Damilano, direttore appena uscito dall’Espresso e volto noto di un programma della concorrenza su La7, per condurre il programma d’informazione quotidiana su Raitre, striscia informativa peraltro in diretta concorrenza con il Tg2. Uno schiaffo agli oltre 2000 giornalisti del Servizio Pubblico, mortificati ancora una volta nella loro professionalità, e ai cittadini che con il canone lo sostengono, costretti a pagare scelte dettate da logiche di bassa politica”.