Clan Senese e Di Lauro, 16 arresti a Roma: droga, sequestri e tentati omicidi, cosa c’è dietro il maxi blitz (FOTO E VIDEO)
Maxi blitz antimafia a Roma, sono 16 gli arresti eseguiti questa mattina all’alba dai Carabinieri del Comando Provinciale di Roma nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia: 14 persone destinatarie di ordinanze di custodia cautelare e 2 arrestate in flagranza durante le perquisizioni. E dietro questa operazione spuntano tentati omicidi, una rete di spaccio, una estorsione milionario-orchestrata e persino un tentativo di sequestro finalizzato a ottenere denaro con la minaccia della tortura.
Le accuse: estorsione aggravata dal metodo mafiose, tentato omicidio e tentato sequestro di persona
L’operazione è stata eseguita su delega della DDA di Roma e messa in atto dal Comando Provinciale dei Carabinieri, con il supporto di Gis, 1° Reggimento Tuscania, gli Squadroni Eliportati Cacciatori di Sicilia e di Puglia, il Raggruppamento Aeromobili, unità Cinofile e reparti di pronto intervento del Reggimento “Lazio”. Al centro dell’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma, accuse gravissime: tentato omicidio, porto e detenzione illecita di armi, estorsione aggravata dal metodo mafioso e (in alcune ipotesi) dal fine di agevolare le attività dell’associazione di tipo mafioso nota come “clan Senese“, e tentato sequestro di persona aggravato.
Quattordici misure cautelari in carcere sono il culmine di indagini iniziate nel dicembre 2022 dal Nucleo Investigativo di Roma. Due arresti in più sono scattati in flagranza: i militari hanno sequestrato 1,3 kg di cocaina e 300 g di hashish al momento del fermo.
L’epicentro al Tuscolano-Don Bosco
I militari hanno ricostruito attraverso le indagini che ne quartiere Tuscolano-Don Bosco, tra aprile e maggio 2023, si sarebbero verificati due tentati omicidi. Sparatorie, numerosi colpi d’arma da fuoco, tutto riconducibile a contrasti per la gestione del narcotraffico e di altre attività illecite. L’indagine ha portato alla luce un circuito di spaccio di cocaina e hashish, canali organizzati che spesso scatenano faide e ritorsioni. Tra gli episodi più inquietanti c’è una complessa operazione di pressione economica su un gioielliere romano: l’indagato faceva credere di agire come emissario del clan Senese, ingenerando l’interesse del clan Di Lauro di Napoli e determinando così una richiesta di risarcimento da 200mila euro.
Il piano criminale non si limitava a minacce e richieste. L’obiettivo era mettere le mani sui soldi con la forza: un tentativo di sequestro di persona per costringere la vittima, tramite torture, a reperire e consegnare l’ingente somma. Secondo gli investigatori la vittima stava per essere condotta in una cantina dove sarebbe stata segregata, quando l’intervento del Nucleo Investigativo ha cambiato il corso degli eventi. Con un controllo provvidenziale i Carabinieri hanno fermato i malviventi e, paradossalmente, hanno salvato l’uomo che, poche ore prima, risultava autore di una precedente estorsione, evitando così quella che poteva essere una tragedia. Non solo: a seguito del mancato sequestro sarebbe stata organizzata una “spedizione punitiva” nei confronti degli stessi presunti rapitori, innescando ulteriore violenza tra gruppi rivali.
Il ruolo del “clan Senese” e i legami con Napoli
Nel fascicolo emerge la figura del presunto coinvolgimento del clan Senese, con riferimenti a soggetti che si presentavano come emissari e sottraevano somme con la complicità, o il timore, di strutture criminali campane come il clan Di Lauro. Gli inquirenti stanno valutando ruoli e responsabilità: dall’uso del nome di famiglie mafiose per intimidire, fino alla costruzione di un sistema di “risarcimenti” estorsivi che avrebbe dovuto funzionare come un moderno racket.
Le perquisizioni hanno restituito elementi probatori concreti: tra i beni sequestrati figurano 13 orologi di pregio, il cui valore complessivo è stimato in circa 350mila euro, ritenuti provento di attività illecita. È una cifra significativa che racconta di un’effettiva redditività delle condotte contestate e di capitali da riciclare o occultare. Sempre durante l’operazione sono stati trovati e sequestrati ingenti quantitativi di stupefacenti – 1,3 kg di cocaina e 300 g di hashish – che hanno portato all’arresto in flagranza di due persone.
Tutti gli indagati sono stati condotti in carcere e nei prossimi giorni saranno sottoposti all’interrogatorio di garanzia davanti al G.I.P. Le perquisizioni continuano, alla ricerca di documenti, armi e ulteriori riscontri che possano ricostruire i flussi finanziari tra i soggetti coinvolti.

