Clandestini, anche Draghi si accorge che la situazione degli sbarchi illegali è insostenibile

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Mario Draghi si accorge, con ritardo, che la situazione dei clandestini che impunemente sbarcano in Italia non si può più tollerare. “Occorre fare qualcosa per affrontare la situazione” clandestini, “ma gli sbarchi continui sull’Italia rendono la situazione insostenibile. L’ Unione europea deve trovare una soluzione e noi dobbiamo investire di più sulla Libia per aiutare i libici a creare condizioni più umane. Dabeiba ha ragione quando dice che la Libia è anche un Paese di passaggio”. Lo ha detto infatti il premier Mario Draghi intervenendo alla conferenza stampa conclusiva della Conferenza Internazionale sulla Libia a Parigi.

Perché i kapò dei lager libici lascerebbero i telefonini ai clandestini?

Ma la conferenza di Parigi nobn mette l’accento sul problema principale, che sono gli sbarchi illegali. Ma si limita a censurare le presunte illegalità e torture che subirebbero gli illegali in procinto di partire. Poi va spiegato come mai in questi pretesi lager i kapò lascino i telefonini costosi ai clandestini. “Ci impegniamo a condannare e ad agire contro tutte le violazioni e gli abusi sui migranti, il traffico di migranti e la tratta di esseri umani”. E’ quanto si legge nella dichiarazione finale congiunta della conferenza di Parigi, nella quale si riconoscono “gli sforzi e l’impegno delle autorità libiche ad interim nella risoluzione dei problemi relativi alla migrazione nonostante le sfide sul campo”.

La conferenza di Parigi ricorda anche en passant il divieto di viaggio

“Ricordiamo che tutte le violazioni e gli abusi sui migranti, il traffico di migranti e la tratta di esseri umani, nonché tutte le altre violazioni del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale dei diritti umani in Libia, possono essere una base per l’imposizione di sanzioni mirate da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Compreso il divieto di viaggio e il congelamento dei beni”, prosegue la dichiarazione. Per fortuna che si sono ricordati del divieto di viaggio, valido per tutti i cittadini del mondo tranne che per i clandestini, che hanno il diritto di violare la legge del loro Paese e dewl nostro per venire dove non sono stait invitati.

Frattini: l’Europa non ha il coraggio di intervenire

Anche l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini commenta la situazione. “Quando inaugurai a Varsavia la sede di Frontex e stabilimmo quale fosse lo statuto, la prima cosa che dissi fu o creiamo una guardia di frontiera europea e gli diamo delle regole d’ingaggio che funzionino oppure i nodi verranno al pettine. E i nodi sono venuti prima nel mediterraneo e adesso stanno venendo nella dimensione orientale”. Così l’ex commissario europeo oggi presidente aggiunto del Consiglio di Stato, Franco Frattini, che interpellato sulla crisi dei clandestinii, a cominciare da quella in atto in Bielorussia, si dice poco fiducioso che l’Europa avrà il coraggio di intervenire “perché su questo si è dimostrata sempre di più intergovernativa e non europea nel senso di comunitaria”.

I Paesi dell’est Europa difendono i confini nazionali dai clandestini

“Se noi non abbiamo Frontex capace di gestire come Europa il fenomeno migratorio ma lo lasciamo alla polizia di frontiera polacca, italiana o maltese è evidente che lo strumento ce lo abbiamo. Ma sono le regole di ingaggio a essere insufficienti. Mi scontrai su questo allora perché sono regole all’unanimità e quelle regole all’unanimità ancora non le abbiamo dopo quasi vent’anni”, ha aggiunto Frattini. Interpellato se l’Europa avrà il coraggio di intervenire, ha osservato altro. “Ne dubito perché l’Europa su questo si è dimostrata sempre di più intergovernativa e non europea nel senso di comunitaria. Perché evidentemente se pensiamo ai Paesi dell’Est europeo loro per ragioni di politica interna fanno prevalere rispetto al principio di solidarietà le regole di difesa dei confini nazionali”.

I clandestini non sono un problema italiano, ma europeo

“Siccome siamo tutti sulla stessa barca il problema non è italiano siciliano o maltese il problema è di tutta l’Europa – ha ribadito -. Quando poi i colleghi svedesi o finlandesi si sono accorti che masse di immigrati illegali arrivavano fino a loro allora un pochino hanno capito. Ma quando si dice poi creiamo una politica veramente europea malgrado gli sforzi del presidente Napolitano, del presidente Mattarella e del presidente Draghi da ultimo che ha apparentemente ottenuto un passo avanti, sono molto molto scettico.