Clandestini, tutta l’Africa in Italia non c’entra. La Ue ora si prenda le sue precise responsabilità

“Tutta l’Africa in Italia non ci sta. L’immigrazione non va subita, va governata. E non si può avere solo un approccio aritmetico. Si tratta di persone che hanno diritti e tutele. L’immigrazione incontrollata diventa foriera di sfruttamento, precarizzazione e dumping sociale. Per questo occorre controllarla e governarla, contrastando quella clandestina e valorizzando quella di qualità, utile e formata”. Lo afferma a ‘Qn’ il sottosegretario al ministero dell’Interno Nicola Molteni sull’immigrazione. “Per questo il governo italiano ha fatto un decreto flussi da 450mila persone in tre anni, mai realizzato dai governi di sinistra, ed è l’unico in Europa che apre corridoi legali. Anche attraverso il piano Mattei, che non è un piano di conquista neocoloniale ma di cooperazione allo sviluppo e la crescita che guarda soprattutto alle giovani generazioni”.
La Ue è latitante sul tema clandestini
“Per Bruxelles Lampedusa è un confine italiano – osserva Molteni – In tutti questi anni l’Italia è stata lasciata sola dall’Europa. Spesso si parla di punto di caduta tra responsabilità e solidarietà: ebbene c’è stata una grande responsabilità italiana senza la solidarietà europea. Negli ultimi anni l’agenda italiana è sempre più diventata agenda europea: grazie al governo Meloni l’agenda politica italiana ha condizionato l’agenda europea sul tema dei migranti”.

Piantedosi: almeno un Cpr per regione
Anche il Viminale si occupa della questione. “Ho dato mandato ai prefetti di individuare al più presto almeno una struttura per regione. I Cpr sono importanti ed anche l’Europa ci chiede di realizzarne. E’ singolare che da più parti si chieda di incrementare le espulsioni di coloro che sono irregolari e delinquono e poi, però, si faccia resistenza a ospitare sui propri territori tali strutture”. Lo afferma, in un’intervista a ‘Libero’, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi spiegando il piano del governo sui clandestini. Secondo Piantedosi “i risultati” della ‘legge Zampa’ del 2017, che assegna ai Comuni il compito di accogliere gli immigrati minorenni non accompagnati, “sono sotto gli occhi di tutti. Troppi giungono in Italia dichiarando un’età inferiore per avvantaggiarsi delle tutele previste per i minorenni.
Troppi clandestini si dichiarano minori senza esserlo
Anche per questo i numeri dei minori stranieri non accompagnati che giungono sul nostro territorio, o che almeno si dichiarano tali, sono cresciuti a dismisura. La pressione insostenibile esercitata sul sistema dell’accoglienza ha sollecitato una riflessione sull’applicazione della legge. Il sistema attuale rende articolato, lungo e complesso accertare la reale età dei migranti. Noi non vogliamo in alcun modo ridurre le tutele, ma occorre sicuramente velocizzare le procedure, renderle più rapide e precise, per non disperdere le ingenti risorse destinate ai minori e poterle così concentrare su chi davvero ne ha diritto – sottolinea -. E tengo a dire che questa è un’esigenza fortemente avvertita da tutti i sindaci ed amministratori locali, di qualsiasi orientamento politico. Ma la soluzione non può essere attribuire ad altri gli oneri di tutela legale dei sedicenti minori, come qualcuno vorrebbe fare”.