Claudio Mancini dall’Ohio delle Marche torna all’ajo e ojo

Claudio Mancini (chi?), il deputato del Partito Democratico definito da molti il sindaco ombra di Roma, ha provato con le Marche a fare il grande salto: uscire dal Grande Raccordo Anulare. Un’impresa titanica per lui: tipo attraversare il deserto con una Panda elettrica mezza scarica. L’obiettivo era ambizioso, molto: diventare un nome nazionale. E sì, perché nonostante il ruolo romano, fuori dal raccordo Mancini resta un mistero.
C’è chi giura che se esce dall’Aurelia lo ferma la dogana. Sarà vero? Mah. Fatto sta che, vista la situazione, uno avrebbe detto: “vabbè, gli basta essere re a casa sua”. Macché. Mancini puntava in alto, alla luna. Solo che invece di una corrente nazionale, ha costruito…una diga. Ambizione ce n’era, pure parecchia.

Operazione “Ohio delle Marche”
La carta da giocare era Matteo Ricci. Mancini si è buttato con entusiasmo, come uno stratega da campagna elettorale made in Monteverde: tutto studiato, anche lo shooting fotografico postato con lo sguardo alla Uma Thurman in una famosa pubblicità di una bevanda, e con orgoglioso hashtag incluso: #Ohio. Già, le Marche come l’Ohio, lo Stato americano decisivo nelle elezioni presidenziali. La Florida del centro Italia. Beh, in effetti è simile. Solo che, a conti fatti, ha più ciauscolo e meno swing voters. Una definizione nata da un post e subito finita nei titoli dei giornali: consacrazione. Secondo Mancini, i presupposti c’erano tutti: un candidato giusto, reduce da buone europee, dove aveva staccato persino la segretaria nazionale:
51 mila preferenze per Ricci, 15 mila per Schlein. Cosa poteva andare storto? In più, i sondaggi sorridevano, almeno così dicevano nei corridoi del centrosinistra: “siamo testa a testa”, “il riccetto mette la freccia”, “manca poco”. E infatti mancava poco… otto punti.
La notte delle urne
E così arriva la doccia fredda: urne chiuse, scrutini aperti, e il risultato schiacciante: Acquaroli si riconferma. Otto punti di distacco. Da “siamo in rimonta” a “siamo rimasti indietro”, il passo è breve.
E il sogno “americano” dell’Ohio finisce. Doveva essere ‘House of Cards’, è venuto fuori ‘Un posto al sole’.
Il ritorno alla base (ajo e ojo compresa)
Così Mancini torna a Roma, dove almeno la cucina consola.
Dal sogno dell’Ohio alle certezze dell’ajo e ojo: pochi ingredienti, molto sapore, e soprattutto nessun sondaggio. La corrente nazionale è rimandata, va bene anche quella del rubinetto. Tanto “l’acqua del Sindaco” è bona.
Yorick
