Claudio Ranieri, dalla Roma alla Nazionale: contatti con la federazione per il post-Spalletti

Claudio Ranieri dalla as Roma alla Nazionale: contatti con la federazione per il post–Spalletti. L’Italia del calcio si trova ancora una volta al crocevia. Dopo l’uscita di scena di Luciano Spalletti, la FIGC è alla disperata ricerca di un nuovo commissario tecnico capace di riportare gli Azzurri sulla mappa del calcio mondiale. Il tempo stringe: il rischio concreto di un terzo fallimento consecutivo nella qualificazione al Mondiale è dietro l’angolo. Tra incertezze e silenzi, spunta un nome familiare: Claudio Ranieri. Il tecnico romano, classe 1951, dato per ritirato poche settimane fa, è finito clamorosamente al centro di un corteggiamento istituzionale che fa discutere.
Roma, addio commosso con Claudio Ranieri poi i contatti con la Nazionale
Il 25 maggio 2025, in occasione dell’ultima gara della stagione all’Olimpico contro il Milan, la curva Sud ha tributato a Claudio Ranieri un saluto che aveva il sapore di un commiato definitivo. Il tecnico, dopo aver guidato la Roma e in una corsa finale quasi miracolosa verso l’Europa, aveva annunciato da Trigoria il ritiro dall’attività di campo, con l’intenzione di restare vicino alla società come dirigente o consulente.

Una figura di garanzia interna, saggia e rispettata, pronta a supportare la nuova guida tecnica, individuata in Gian Piero Gasperini, e ad accompagnare la delicata operazione di rinnovo di alcuni pilastri della squadra, come il portiere Mile Svilar.
La Federazione corteggia Claudio Ranieri dopo l’addio alla Roma
Ma l’azzurro, si sa, è una tentazione difficile da respingere. Nei giorni successivi alla fine del campionato, tra il 30 maggio e il 2 giugno, la Federcalcio avrebbe preso contatto con Ranieri, proponendogli la panchina della Nazionale.
Una mossa dettata più dall’urgenza che dalla strategia: la Federazione ha bisogno di un volto credibile, capace di restituire autorevolezza e compattezza a un gruppo smarrito.
Ranieri ha tentennato. Perché accettare vorrebbe dire rimangiarsi il recente addio. E perché l’idea di un doppio incarico – CT dell’Italia e dirigente della Roma – sarebbe un’operazione ad alto rischio, già macchiata da un evidente conflitto d’interessi.
Il passato di Ranieri non rassicura, dalla Grecia all’Italia
C’è poi un precedente che non fa dormire sonni tranquilli. L’unica esperienza di Ranieri come commissario tecnico risale al 2014, quando fu chiamato alla guida della Grecia. Un fallimento clamoroso: licenziamento dopo quattro partite e un solo punto conquistato.
Fu lo stesso tecnico a riconoscere pubblicamente che la gestione di una Nazionale non faceva per lui. La FIGC, a corto di visione e progetti, sembra ignorare questo dato. Invece di costruire un percorso di rinnovamento, si affida all’ennesimo “aggiustatore”, senza un’idea chiara di futuro.
Il rischio di una nuova frattura
Per la Roma, l’ipotesi di un Ranieri part-time in panchina azzurra rischia di trasformarsi in un boomerang. La tifoseria, già provata da stagioni altalenanti e dal mancato ritorno in Champions, potrebbe vivere la scelta come un tradimento.
Il tecnico, simbolo della romanità e dell’equilibrio, si troverebbe a dover dividere attenzione, energie e responsabilità tra due fronti che esigono dedizione totale.
Il messaggio che passerebbe sarebbe devastante: la Nazionale come secondo lavoro, la Roma come hobby da mantenere. Eppure la situazione, pur fragile, potrebbe ancora essere contenuta.
Una scelta da bloccare sul nascere
I Friedkin, proprietari del club giallorosso, dovranno prendere una posizione netta. O con la Roma o con l’Italia. Nessun compromesso, nessun mezzo incarico. La storia insegna che i compromessi, in ambito sportivo, raramente portano a risultati positivi.
Ranieri, che ha costruito la sua carriera sulla serietà e la coerenza, rischia ora di mettere in discussione una reputazione intatta. La speranza è che prevalga la lucidità, evitando un epilogo amaro per tutti. Perché l’Italia ha bisogno di un progetto, non di un palliativo. E la Roma di una guida stabile, non di un’ombra part-time.
Conclusione
In un Paese dove il conflitto d’interessi è stato spesso normalizzato, la doppia poltrona di Ranieri non farebbe più scalpore di tanto. Ma nel calcio, come nella vita, ogni scelta ha un prezzo. E qui il prezzo rischia di essere altissimo. Per la Nazionale, per la Roma, e per lo stesso Ranieri.