Coldiretti in protesta: con trattori e bandiere davanti alla regione Lazio. “Non ce ne andiamo fino a risposte certe”

manifestazione Coldiretti davanti alla Regione Lazio

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Un mare di bandiere gialle, cartelloni e un trattore hanno invaso via Cristoforo Colombo, davanti alla sede della Regione Lazio. Gli agricoltori di Coldiretti hanno scelto di farsi sentire con una protesta accesa contro quella che definiscono una mancanza di sostegno concreto al settore agricolo. Il messaggio è chiaro: “Siamo pronti a rimanere qui, con tende e camper, finché non otterremo risposte concrete”.

La rabbia per la fauna selvatica e la burocrazia bloccata

Le campagne devastate da cinghiali e lupi sono solo la punta dell’iceberg della crisi denunciata dagli agricoltori. “Abbiamo perso 250.000 pecore in 4 anni a causa dei lupi”, si legge su uno dei cartelli. E non è tutto: i cinghialidistruggono raccolti e impianti agricoli, come denuncia Camilla Petrucci, delegata di Coldiretti Giovani Impresa: “Ho investito in 6.000 piante d’olivo, e i cinghiali le hanno completamente devastate”.

A questo si aggiunge la frustrazione per i ritardi nella gestione dei programmi di sviluppo rurale e l’assenza di un dialogo costruttivo. “La prima riunione delle rappresentanze in 20 mesi è avvenuta solo ieri”, sottolinea David Granieri, presidente di Coldiretti Lazio.

L’incontro con il presidente Rocca

Dopo ore di mobilitazione, una delegazione di Coldiretti è stata ricevuta dal presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, e dall’assessore all’Agricoltura, Giancarlo Righini. “È stato un confronto leale e costruttivo“, ha dichiarato Granieri al termine dell’incontro. “Abbiamo chiesto che la politica si riprenda il controllo delle proprie deleghe e che venga attuato un vero cambio di passo. Non abbiamo parlato della permanenza dell’assessore Righini. Queste sono decisioni in capo alla politica, noi dobbiamo risolvere i problemi”.

Il commento di Rocca

«Insieme all’assessore all’Agricoltura Giancarlo Righini abbiamo ricevuto, questa mattina, una delegazione di Coldiretti Lazio, guidata dal presidente David Granieri. Un tavolo di confronto che si riunirà periodicamente per ricercare, insieme, le migliori soluzioni per i principali dossier del comparto agricolo.  Un confronto intenso e leale nel corso del quale abbiamo raccolto le preoccupazioni dell’organizzazione per la fase così delicata che stiamo vivendo. Preoccupazioni – ci tengo a sottolinearlo – che sono anche le nostre. In questo primo anno e mezzo di governo abbiamo messo al primo posto le esigenze e la dignità dei tanti lavoratori del settore agricolo e fronteggiato numerose crisi con risorse ingenti e scelte risolute. Penso, ad esempio, alla peste suina, che ha visto il Lazio come modello di riferimento per il resto del Paese. C’è spazio per migliorare, ma da parte nostra non verranno mai meno attenzione e dialogo con un mondo così decisivo per le sorti economiche e, direi, culturali della nostra Regione».

La protesta non si ferma

Nonostante il dialogo avviato, gli agricoltori non intendono mollare. “Al di là delle promesse e delle valutazioni politiche, non ce ne andremo fino a quando non avremo risposte certe“, ha ribadito Granieri.

Con campanacci e tende pronte, Coldiretti vuole trasformare questa protesta in un punto di svolta per il futuro dell’agricoltura laziale, chiedendo alla politica di intervenire con urgenza per fermare la crisi.