Colleferro, odiano i rom e ne sequestrano uno minorenne: arrestati

Carabinieri intervenuti

Non lo sopportavano, era di un’altra etnia, aveva usi e costumi differenti dai loro. E così il 17 settembre scorso dalle parole sono passati ai fatti: hanno individuato quel giovane rom, un minorenne residente nell’area colleferrina, e lo hanno sequestrato. Ora, a distanza di tempo dai fatti, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Colleferro hanno chiuso il cerchio e hanno dato esecuzione a una ordinanza che dispone gli arresti domiciliari, con controllo elettronico, per due uomini. Per i due ‘protagonisti’ della triste vicenda: si tratta di un 32enne, residente a Roma, e di un 26enne di Montelanico. Loro sono gravemente indiziati del reato di sequestro di persona, aggravato dalla discriminazione razziale.

Roma, 4 colpi in 4 notti: arrestati rom ladri seriali di pneumatici, nascondevano la refurtiva nel campo nomadi

Sequestrano un rom minorenne a Colleferro

Tutto risale alla notte del 17 settembre dello scorso anno quando i due uomini, animati da un movente riconducibile all’odio razziale, hanno sequestrato il minorenne di origini rom. I familiari della vittima all’epoca dei fatti si sono accorti subito di tutto e insieme ai Carabinieri della Compagnia di Colleferro hanno messo in salvo il giovane. Dopo un inseguimento e una minuziosa attività investigativa sul campo, i militari erano riusciti a ricostruire con estrema precisione la dinamica e ad arrestare in flagranza i due.

In quella circostanza, però, il G.I.P. non convalidò i fermi e successivamente la Procura della Repubblica di Velletri presentò appello, ritenendo fondati i motivi per l’adozione di una misura cautelare nei confronti dei due uomini. E ora è arrivato l’arresto.

Il Tribunale del Riesame di Roma, infatti, ha esaminato gli atti e ha accolto l’appello proposto dal Pubblico Ministero. Da qui il provvedimento eseguito ieri dai Carabinieri.

L’arresto

I due uomini arrestati sono stati portati nelle loro rispettive abitazioni, dove resteranno agli arresti domiciliari con dispositivo di controllo elettronico, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Le indagini, però, andranno avanti perché resta da capire se ci siano altre responsabilità.