Cominciamo male: lunedì i licei di Roma in sciopero contro il governo

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La scuola non può riaprire in queste condizioni: gli studenti dei licei della Capitale proclamano lo sciopero studentesco per lunedì 11 gennaio, giorno in cui sarebbe previsto il ritorno in presenza. A quanto apprende l’Adnkronos, che ha visionato la bozza preliminare di una lettera indirizzata alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, si rivendica un “diritto imprescindibile di ritorno in presenza” ma “non in queste condizioni”. E si chiede l’apertura di “un tavolo di confronto regolare e duraturo con la rappresentanza di tutte le parti socio-istituzionali che compongono il mondo della scuola” studenti inclusi.

Moltissimi licei si rivoltano contro la confusione

Tra i licei coinvolti, due dei migliori licei d’Italia secondo il rapporto della Fondazione Agnelli di Eudoscopio, lo scientifico Augusto Righi ed il classico Torquato Tasso, a cui si aggiungono Virgilio, Socrate, Mamiani, Kant, Giulio Cesare, Aristotele. Cordate studentesche coordinate dal neonato gruppo i Rappresentanti di Roma, composto da allievi dei vari licei romani “politicizzati e non, verso destra e sinistra. Appartenenti a Rete della Conoscenza ed Antagonisti…”, racconta ai compagni in un audio una studentessa del Tasso. Previsti “sit in culturali differenziati” all’ingresso delle scuole a partire dalle 8.30. “Con una speranza: l’effetto a catena” in tutte le scuole d’Italia.

Tra gli studenti apatia e solitudine

Un grido, una richiesta d’aiuto quella degli studenti romani, che chiedono una didattica fatta non di nozioni ma di competenze. Che – sia a distanza sia in presenza – potrebbe fare da argine e deterrente allo smarrimento ed alla emarginazione dilagante tra loro. Gli studenti denunciano la loro “destabilizzazione emotiva”, “l’isolamento”, la “solitudine” a cui sono sottoposti dall’arrivo del virus a causa di dad e limitazioni alla socializzazione nelle ore pomeridiane. E ravvisano una crescente “condizione di evidente apatia e passività” dovuta in parte alle modalità di didattica in remoto concentrate sull’apprendimento nozionistico che “lascia studenti e studentesse soli dentro una stanza”, senza stimoli sulle competenze. Problematiche che si aggiungono a quelle già presenti

Condizione condivisa da docenti e presidi

Parallelamente “all’esasperante condizione che vive ormai da troppo tempo la componente studentesca”, gli adolescenti evidenziano “anche quella di docenti e presidi. Che dopo mesi di instancabile lavoro per rendere i plessi scolastici a misura delle norme anti-Covid si sono ritrovati ad affrontare diverse settimane in totale DaD con tutte le criticità connesse”. E adesso l’altalenarsi tra 7 ed 11 gennaio di un rientro in presenza. Con scaglionamento di orario che”condannerebbe gli studenti a una necessaria rivoluzione della quotidianità. Sia per quanto riguarda l’organizzazione del proprio studio, che come già detto non si limitata alle ore di lezione, sia per quanto riguarda il pranzo, essendo la maggior parte dei plessi sprovvisti di mensa. Se non regolato rischia di vanificare gli sforzi per la prevenzione del contagio”.

I licei: possibile che dopo mesi siamo a questo punto?

“È impossibile che dopo mesi di convivenza con il Sars-Cov-2 questa sia la situazione in cui la scuola si debba trovare. Dopo mesi di rassicurazioni e promesse non è possibile tornare a scuola in condizioni quantomeno decenti. E a meno di una settimana dalla programmata ripresa delle attività nessuno studente sappia se, quando e come tornerà a fare lezione. Dunque, è evidente che noi studenti e studentesse riteniamo imprescindibile rientrare a scuola in presenza, ma non in queste condizioni. Per questo motivo proclamiamo sciopero studentesco per la giornata di lunedì 11 gennaio 2020”.