Comune vampiro. Vuole 100 milioni dagli inquilini delle case popolari di via Gonin

Case di via Gonin

Abiti nelle case popolari di via Gonin? Dammi 100 milioni 

Il Comune di Roma è sempre a caccia di soldi, perché viaggia con un debito mostruoso sul quale paga, anzi paghiamo profumati interessi. Ma invece di ridurre gli sprechi, tagliare le consulenze inutili e abbassare gli stipendi dei troppi manager che si sono alternati con scarsi risultati alla guida delle aziende partecipate, si pensa di fare cassa con le case popolari. Almeno questo sta succedendo a via Gonin, zona Torre Spaccata alla periferia est di Roma.

La stangata sulla povera gente

La sindaca Raggi e la sua giunta si sono accorti  che dalle case popolari arriva meno gettito di quanto dovrebbe. Vecchio problema a Roma, figlio della furbizia di alcuni ma anche della grande confusione che l’amministrazione capitolina ha fatto negli anni. In ogni caso non si può fare di tutta l’erba un fascio. Molti abitanti delle case popolari hanno sempre pagato regolarmente il canone, avendo in cambio dal comune servizi pari a zero. Niente manutenzione, muffa alle pareti, ascensori rotti e verde non curato. Ma con grande dignità gli inquilini sonno andati aventi lo stesso. Ora però per le famiglie di via Gonin diventerà impossibile pagare quello che chiede il comune. Con il rischio di innescare una vera e propria bomba sociale.

Dalla Romeo a Aequaroma gli accertamenti non convincono nessuno

Le richieste sono iniziate con la gestione Romeo, poi proseguite con la Prelios, Isveur ed Aequaroma. Ma non ci sono prove certe di chi abbia regolarmente pagato e di chi no. Si tratta di 20.000 persone, una cittadina media di provincia. In mancanza di conteggi precisi le famiglie rischiano di vedersi recapitare richieste fini a cinquemila euro di arretrati. E magari oltre al danno arriva anche la beffa, perché molti hanno regolarmente pagato ma non hanno conservato tutte le ricevute. E poi se la gente di via Gonin avesse questi soldi da spendere molto probabilmente non alloggerebbe in una casa popolare.

“Una Donna” a fianco degli inquilini di via Gonin

Lei si chiama Maricetta Tirrito, e non sopporta le ingiustizie che colpiscono spesso le persone più indifese. Per questo ha creato proprio a Torre Spaccata l’associazione Una Donna. Che fornisce difesa a tutte le persone fragili in difficoltà.

Sulla vicenda di via Gonin non ha dubbi. Le carte del comune non sono in regola, contengono errori e sono incomplete. In linea di principio – chiarisce la Tirrito – il fatto di richiedere il pagamento del canone non è certamente illegittimo. Ma bisogna avere le carte in regola e sapere con esattezza chi ha pagato e chi no. Altrimenti diventa un sopruso.

E l’associazione Una Donna e’ sul piede di guerra. Ha già scritto al Campidoglio chiamando in causa direttamente la sindaca Raggi. Chiedendo di fermare immediatamente le procedure di riscossione e di rivedere con calma e precisione tutta la situazione. Se il comune andrà avanti siamo certi che il pasticcio di via Gonin non si fermerà qui ma approderà direttamente nelle aule di giustizia. E il quartiere è pronto con tutte le iniziative possibili per fermare quella che sembra una clamorosa ingiustizia.