Concorsi Asl truccati a Latina, chi ha ricevuto le domande rischia il processo

Guardia di Finanza Latina GPL illegale

Per il pubblico ministero Valerio De Luca ci sono sufficienti indizi per chiedere il rinvio in giudizio di cinque persone indagate a piede libero con l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio. È lo stralcio dell’inchiesta sui presunti concorsi truccati della Asl di Latina iniziata nel 2021. Ad essere indagate sono le persone che hanno ricevuto il messaggio su whatsapp con le risposte alle domande prima della prova del concorso.

Lo scandalo è emerso 4 anni fa grazie all’indagine della Squadra Mobile e la Guardia di Finanza pontina su due concorsi svolti tra il 2019 e il 2020: il primo per l’assunzione di 23 posti da collaboratore amministrativo cat. D. indetto dall’Asl di Latina, il secondo per 70 assistenti amministrativi -categoria C, indetto in forma aggregata tra Asl di Frosinone, Latina (ente capofila), Viterbo e Roma 3. 

Le indagini del 2021 hanno preso piede a partire dagli esposti dei concorrenti esclusi che hanno sollevato sospetti riguardo la regolarità dei concorsi. A settembre del 2023 sono arrivati gli avvisi di fine indagine a 6 dei 23 candidati della prova che – secondo l’accusa – avrebbero saputo in anticipo le domande poste loro dal presidente della commissione Rainone, tra le 18.58 e le 20.57 del 7 ottobre 2020, cioè il giorno prima della prova orale del concorso Asl.

Il secondo filone d’inchiesta

È il secondo filone dell’inchiesta. A distanza di due anni sarà fissata l’udienza preliminare in cui il giudice potrebbe dare seguito al secondo processo sul caso. 

Mentre il processo principale che vede imputati, tra gli altri l’ex segretario provinciale del Pd Claudio Moscardelli, l’ex dirigente della Asl Claudio Rainone e il funzionario Mario Graziano Esposito, volge alle battute finali in l’attesa dell’escussione degli ultimi testimoni della difesa, quindi della requisitoria e della discussione finale, il pubblico ministero vuole chiarire la posizione di altre 5 figure che avrebbero favorito il sistema per passare le domande ai candidati prime del concorso. 

I messaggi su whatsapp

Tra le prove chiave raccolti durante i due anni di indagine ci sono i messaggi whatsapp sui cellulari dei candidati. Un elemento che potrebbe essere decisivo per il rinvio a giudizio dei 5 indagati per rivelazione di segreto d’ufficio.

Proprio per quei messaggi il segretario del PD Moscardelli deve rispondere di rivelazione di segreto d’ufficio e corruzione, Rainone e Esposito di falsità ideologica in atti pubblici e rivelazione di segreti d’ufficio. 

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