Ma Conte serviva la Merkel senza bisogno di comici russi

Conte comici russi

L’uomo che sussurrava alla Merkel ha fatto l’indignato speciale per la telefonata finta alla Meloni da parte di due comici russi: Conte bisognerebbe inventarlo, se non ci fosse.

Tutti abbiamo buona memoria e quando abbiamo visto il suo video di ieri in cui faceva una lezioncina alla presidente del Consiglio, ci è tornata in mente quella pessima figura che proprio Conte fece con la cancelliera tedesca. Alla Merkel riuscì a parlare male del proprio partito, dell’alleato Salvini e finse spudoratamente anche sull’immigrazione. Era praticamente in ginocchio.

Conte in ginocchio con la Merkel senza comici russi

Parliamoci chiaro: è evidente che è grave quello che si è appreso ieri sullo scherzo telefonico alla premier, che ha un filtro telefonico decisamente robusto persino con chi conosce.

Ma Palazzo Chigi ha riconosciuto un errore, che risale al 18 settembre…, e tanto basta. Ma l’ultimo che può parlare è proprio Giuseppe Conte, che con la Merkel parlò senza bisogno di comici russi. E fu davvero vergognoso quello che le disse. Affari di politica interna gabellati ad una premier straniera per compiacerla. E parla pure?

Per ottenerne chissà quale speciale benedizione, si mise a spifferare alla Merkel i disagi del suo partito nell’alleanza con la Lega: “Sai, Salvini sale nei sondaggi e loro calano”. Sì, li chiamava “loro” i Cinquestelle, quelli che gli avevano regalato la celebrità portandolo a Palazzo Chigi.

Vantava la propria determinazione sull’immigrazione – ma è scappato dal processo di Palermo – ed era talmente deciso che il suo governo cadde non appena Salvini lo spinse giù.

In quel video che vi mostriamo – era di Piazza Pulita – non una sola parola con la cancelliera tedesca a tutela dell’interesse nazionale; macché, solo beghe in politichese per far sorridere la potente d’Europa. Che avrà avuto buon modo di pensare ai “soliti italiani”.

Caro Conte, a Palazzo Chigi c’è stata sicuramente una gaffe, ma sei l’ultimo a poterne parlare, e col tono sprezzante che hai usato. L’Italia già ti ha conosciuto.