Contrordine compagni. Con Gualtieri sindaco l’emergenza monnezza non c’è più

Lo diceva Guareschi. Dalle colonne del Candido, nell’immediato secondo dopoguerra. Contrordine compagni. E le valutazioni e i giudizi cambiavano in un attimo. Potenza della satira, certo. Ma anche della rigida disciplina di partito. La stessa sindrome che sembra aver colpito il PD. Dopo la vittoria di Roberto Gualtieri a Roma. Fino a due mesi fa infatti, la Capitale era in emergenza. Per la (mancata) raccolta dei rifiuti. Con i cassonetti che straboccavano di immondizia. Tanto da spingere la Regione Lazio a chiedere a più riprese il commissariamento del Campidoglio. Con un balletto politico stucchevole. Non dici se e dove farai la discarica di servizio per Roma, attaccavano da via Cristoforo Colombo gli uomini di Zingaretti. Mentre i fedelissimi della Raggi ribattevano, è colpa vostra. Perché il Piano rifiuti e’ vecchio e inattuabile. Sullo sfondo in realtà c’è molto di più della semplice polemica politica. Perché sull’energia si gioca una partita di potere importante nella Capitale. E non è un mistero che i dem facessero il tifo per passare tutto ad Acea. Lasciando i resti dell’Ama come una cooperativa di lavoro. Ma adesso le cose sono cambiate. Così lo stesso Gualtieri ha provato a dare un segnale. Con una pulizia veloce della città promessa nelle prime settimane. Scommessa fallita, ovviamente. Perché non c’è un posto dove conferire i rifiuti all’interno dell’Ato. E poi ha rilanciato San Vittore. Presente anche nel programma del centro destra. E fuori territorio. Ma il problema rimane sempre lo stesso. Chi decide sui rifiuti di Roma? E sembra che aspetteremo ancora. Tra i soliti cumuli di immondizia.

Gualtieri vuol far rimpiangere la Raggi? Si dia una mossa!

I rifiuti non spariscono da soli. Gualtieri ora deve decidere

L’Ama in pratica non ha più impianti. Dove trattare e smaltire i rifiuti urbani. Bruciato il TMB Salario, in parte sotto sequestro Rocca Cencia. Malagrotta chiusa (giustamente) ma senza alternative. Colleferro al palo. Roccasecca dei Volsci nel frusinate esaurita. L’ipotesi di una nuova discarica a Monte Carnevale bocciata da cittadini e tribunali. Mentre la direzione rifiuti regionale veniva ‘decapitata’ dalla magistratura. Uniche alternative dove portare l’immondizia di Roma, Albano e Viterbo. O fuori regione, con costi stellari. Insomma, un disastro annunciato. Perché non decidere non allontana i problemi. Anzi, spesso li trasforma in emergenza. Ora tocca a Gualtieri, che però prende tempo. Tanto Zingaretti non lo commissaria. Ovvio, sono dello stesso partito. Ma in mezzo ci restano i romani.

Le scelte non fatte

Il nuovo sindaco adesso dovrà scegliere. E sbrogliare in fretta alcuni nodi. Per esempio, se vuole o no una discarica di servizio per Roma. In attesa che la differenziata decolli. Che si completi il ciclo dei rifiuti. Dove oggi però siamo appena sopra al 40 per cento. E sui termovalorizzatori, che ne pensano in Campidoglio? Si vogliono realizzare oppure no? Ancora, l’Ama resta pubblica o sul grande business dell’energia entreranno i privati? E poi, perché alcuni impianti di trattamento nel Lazio possono conferire in discariche dedicate ed altri no? Eppure adesso c’è un monocolore, sinistra in Regione e a Palazzo senatorio. Dovrebbe essere facile decidere, ma invece si prende tempo. Senza un nemico da attaccare, le scuse sono finite. E se ci ritroveremo la città piena di immondizia a Natale, sapremo con chi prendercela. Hai voglia a promettere incentivi agli operatori dell’Ama che rinunciano alle ferie. Perché i sacchi dell’immondizia mica se li possono portare a casa. Ma a Gualtieri viene dato altro tempo. “Abbiamo già registrato la piena disponibilità a individuare una o più cave di servizio”, fanno sapere dalla Regione. Dove? Mistero. E se la situazione non fosse drammatica, ci sarebbe davvero da ridere.

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