Coronavirus, altri 649 morti: ma si possono riaprire le scuole così?

speranza ondata coronavirus (2)

Non rallenta il coronavirus in Italia. Sono 19.903 i nuovi contagi da coronavirus in Italia resi noti oggi secondo i dati contenuti nel bollettino del ministero della Salute. Da ieri sono stati registrati altri 649 morti, che portano il totale a 64.036 dall’inizio dell’emergenza legata alla pandemia. I nuovi casi di Coronavirus nel Lazio oggi sono stati 1.194 secondo quanto riporta il bollettino relativo a 16mila tamponi. I morti sono stati 41. “A Roma 573 casi, stabili sotto quota 600” dice l’assessore regionale alla Sanità e alla Integrazione sociosanitaria Alessio D’Amato. In tutto sono 87.318 i positivi nella Regione, di cui 318 in terapia intensiva, mentre i guariti sono stati 2.028.

Il coronavirus non dà tregua

Certo, così com’è, la situazione non si schiarisce. Molti scienziati hanno individuato la seconda ondata con la frettolosa riapertura delle scuole. Non si vede davvero come possano riaprire le scuole già il mese prossimo. “Non vedo nei numeri, a oggi, la sicurezza per poter riaprire. Abbiamo ancora troppi decessi, il che significa che i contagiati delle scorse settimane erano molti di più. Il rischio è troppo alto. Avevo detto di guardare al Thanksgiving e al Black Friday negli Usa, che sono occasioni di mobilità, incontri e shopping come il Natale da noi. Ebbene 15 giorni dopo si è osservata una crescita significativa dei contagi”. Così il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, in una intervista a Il Fatto Quotidiano.

Sileri: ora non possiamo permetterci errori

“Probabilmente – osserva Sileri – bisognava studiare una norma diversa dall’inizio, ma ora non possiamo permetterci errori, servono restrizioni a Natale per riaprire a gennaio le scuole e i ristoranti e togliere progressivamente il coprifuoco. In ogni caso avremo una risalita dei contagi dopo Natale, dobbiamo contenerla e così le Regioni potranno migliorare il contact tracing”. Sul piano pandemico, il viceministro chiarisce “fin da gennaio i primi alert, ma anche l’Oms ci ha fatto perdere tempo”.

Fontana: sulle scuole dobbiamo trovare un metodo

Anche il presidente della Lombardia Fontana esprime dei dubbi. “Riconosciamo tutti l’importanza della scuola in presenza e siamo ben consapevoli delle criticità che i nostri ragazzi e i docenti stanno affrontando. Siamo però altrettanto consapevoli della necessità di individuare un metodo che possa essere applicato possibilmente sino alla fine dell’anno scolastico, per contenere al massimo i disagi alle attività formative rispetto a quelli già provocati da quando questa terribile pandemia ha colpito”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, dopo la videoconferenza con il presidente regionale di Anci, Mauro Guerra, il presidente dell’Unione Province Lombarde, Vittorio Poma, e i sindaci dei Comuni capoluogo della Lombardia in vista della ripresa il 7 gennaio.

“Abbiamo affrontato il tema della ripresa delle lezioni in presenza per le scuole superiori – ha spiegato Fontana – e quello della capacità del trasporto pubblico locale di offrire un servizio che allontani il rischio di favorire la circolazione del virus. Al termine dell’incontro abbiamo deciso di aggiornarci venerdì prossimo a valle della chiusura dei Tavoli territoriali presieduti dai Prefetti, previsti dal Dpcm”. L’obiettivo “è presentare una proposta comune da sottoporre al governo. Per questo abbiamo ritenuto indispensabile coinvolgere anche il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale e quelli provinciali”, ha concluso.