Coronavirus, l’assessore D’Amato sta a casa o no?
Il coronavirus è diventato sempre di più un’emergenza planetaria e l’Italia purtroppo si trova ai primi posti nella diffusione del contagio. Un primato questo che ci saremmo volentieri evitati. Ci sarà tempo per capire come sia potuto succedere tutto questo. Ora è il tempo della prudenza e delle regole ferree. Di stare a casa. Spostamenti limitati al massimo, rischio carcere per chi viaggia violando le zone rosse. Quarantena per chi viene dal nord del Paese. Un pugno di ferro (anche se tardivo) voluto da Conte e dal Viminale. Che ha gettato nel panico decine di migliaia di cittadini. E messo in ginocchio quattro regioni. Regole durissime che valgono per tutti. O quasi. Perché quando si arriva vicini al potere e si tocca la casta, improvvisamente le maglie si allargano. Come se il coronavirus avesse un rispetto innato per i potenti. E non li aggredisse. Ma purtroppo non è così, e se chi dovrebbe dare l’esempio non lo fa le cose si complicano. E l’infezione si diffonde. Più rapidamente di quanto già non avvenga.
Che fa l’assessore D’Amato, sta a casa?
Il coronavirus è molto democratico e se ne frega se sei presidente di Regione, Capo delle Forze Armate o un semplice operaio. Più giri e incontri gente, più è facile il contagio. È quello che è successo al presidente della Regione Lazio Zingaretti, che ha annunciato di essere positivo al virus e si è messo in quarantena. Ma prima di sapere dell’infezione, Zingaretti ha sicuramente incontrato tantissime persone. È successo al Nazareno, e infatti anche la sua segretaria particolare al PD è risultata positiva al test (ovviamente auguri anche a lei). In conferenza Stato Regioni, dove seduti a fianco del governatore del Lazio c’erano il governatore della Liguria Toti e quello della Sicilia Musumeci. Che si è messo spontaneamente in quarantena (bravo!). Ma ovviamente riunioni ci sono state anche alla Regione Lazio. E proprio in una di queste sulle misure di contrasto al coronavirus l’assessore regionale alla sanità D’Amato stava a meno di un metro da Zingaretti. Appena poche ora prima dell’annuncio del governatore di essere positivo al coronavirus. Ora che fa D’Amato, sta a casa o no?
L’arroganza del potere
L’assessore alla sanità del Lazio Alessio D’Amato aveva partecipato a una conferenza stampa con il presidente Zingaretti proprio poche ore prima dell’annuncio che il governatore del Lazio era positivo al coronavirus. Lo riporta Franco Bechis in un approfondito articolo sul quotidiano Il Tempo. Nel quale ci si chiede se tutti i protocolli di sicurezza del caso siano stato rispettati. D’Amato ha fatto sapere di essersi sottoposto a tampone, con esito negativo. Siamo contenti per lui. Ma la domanda viene spontanea. Se il periodo di incubazione del virus è di due settimane, non doveva mettersi in quarantena anche D’Amato? E ripetere il tampone tra qualche giorno, per essere sicuro di non aver contrattol’infezione? I cittadini devono rispettare il protocollo, anche quelli che presi dal panico per il decreto del governo fuggono in treno dalla Lombardia al sud. Altrimenti rischiano il carcere. Chi ha la responsabilità della sanità regionale deve dare per primo il buon esempio. Restare a casa fino a che non abbia la certezza di essere immune dal contagio. Non incontrare più nessuno in questi giorni. Non girare tra Regione, conferenze stampa e pronto soccorso degli ospedali. Mai come in questo caso, di fronte alla malattia ci ritroviamo tutti uguali. Caro assessore D’Amato, di avere qualcuno un po’ più uguale degli altri non ne sentiamo davvero il bisogno.