CORSIVO/Conosci qualcuno allo Spallanzani? Così vivremo in città
Meno male che a Roma abbiamo lo Spallanzani…
Roma, voglio tornare ad amarti come quando nkn c’era il coronavirus. E mi sembra tutto così cervellotico.
Tu dicono che puoi andare a lavorare ma è meglio che te ne stai a casa.
Fino al 3 aprile la vita che faremo
Sì, puoi andare a fare la spesa ma vacci da solo per tutta la famiglia.
No, figlio mio, a scuola e all’università non ci vai fino al 3 aprile, ma adesso te ne stai a casa. Sennò al coronavirus aggiungo due ceffoni per il nervoso che ho.
Sì, al ristorante ci andiamo ma a pranzo. Io a un tavolo e tu a un altro così stiamo tranquilli, pago io i conti non sono separati.
Che ti frega se il bar chiude alle 18, la sera il caffè fa male. Dice che poi non dormi, invece il coronavirus sai quanto concilia il sonno.
Roma città grande e impossibile da percorrere se non hai quella che chiamano autocertificazione. Anzi no, non stai uscendo dal comune. Ma se guardi da lontano il vigile o il poliziotto hai il terrore che ti chieda dove stai andando. E tu la tentazione di rispondergli ma perché non te ne stai a casa pure tu.
A Roma conosci qualcuno allo Spallanzani?
I servizi pubblici essenziali, quei lavoratori che prendono a schiaffi il coronavirus evidentemente. Per fortuna che la Raggi ha detto che si sale da dietro, così il morbo ci mette più tempo ad arrivare addosso all’artista.
Un incubo. Lo stipendio scorre per chi ce l’ha fino a che la ditta tiene. Scordati gli straordinari. E sono dolori per chi ha un’impresa, una partita Iva. Ma chi ci deve pensare? Governo, regione, comune? E per decidere come faranno le riunioni con i tecnici? A un metro di distanza?
Meno male che a noi della Capitale dicono che siamo scanzonati ma ci hanno messo un’ansia addosso che è terribile. Speriamo di conoscere qualcuno allo Spallanzani, ci diremo a Roma.