Così i clandestini infrangono due volte le leggi per non essere rimpatriati: dovremo sopportare ancora?

roma sbarchi clandestini (2)

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Ci sono dei problemi che il governo non vuole risolvere: uno è quello dei clandestini. Oltre agli sbarchi fuorilegge, contrabbandati per “soccorsi” dalle nostre autorità, ci sono anche i “trucchi” degli illegali per non essere rimpatriati. Lo denunciano i deputati di Forza Italia Zanettin, Caon, Caretta, Covolo, Milanato, Pretto e Racchella. Che con una proposta di legge suggeriscono come eliminare l’annoso e grave problema. “Lo stato di emergenza sanitaria conseguente all’epidemia di Covid – scrivono i deputati azzurri nell’introduzione alla loro pdl – ha messo in luce una ulteriore criticità. La quale riguarda la possibilità concreta di eseguire i provvedimenti di espulsione dal territorio dello Stato italiano emessi nei confronti degli immigrati irregolari”.

I clandestini rifiutano di sottoporsi alle analisi mediche

“Dall’analisi di numerosi e recenti fatti di cronaca – proseguono i deputati – emerge una situazione che, oltre a rappresentare un serio motivo di preoccupazione per la sicurezza e l’ordine pubblico, costituisce anche un significativo fattore di rischio per la salute degli agenti di polizia. E anche di tutti i soggetti coinvolti nella procedura di rimpatrio. Gli immigrati irregolari, nei fatti, fanno un uso distorto delle regole sanitarie adottate a seguito dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 per evitare le espulsioni. Infatti, poiché le compagnie aeree e quelle di navigazione marittima richiedono ai propri passeggeri di essere in possesso della certificazione verde Covid-19, il non essersi sottoposti al test (il medesimo test che milioni di cittadini italiani, compresi i minorenni, fanno regolarmente) significa non poter viaggiare.

Un trucco per rimanere nella “bengodi” italiana

E quindi rimanere sul suolo italiano. I destinatari degli ordini di espulsione, opponendo il proprio diniego alle procedure sanitarie previste per il contenimento dell’epidemia, da una parte bloccano i rimpatri, dall’altro allungano i tempi dei procedimenti. Poi, superando il limite massimo di permanenza presso i Centri di permanenza e rimpatrio, tornano liberi. Gli extracomunitari tornati liberi spesso vengono immediatamente sottoposti ad arresto per rapina o per altri reati contro il patrimonio. Con il conseguente allarme sociale che tali tipologie di delitti destano nelle comunità. Si tratta, evidentemente, di una lacuna del nostro ordinamento che deve essere colmata senza indugio.

Ma dagli italiani di esige il possesso del green pass per qualsiasi cosa

Così si chiede agli italiani il possesso del green pass, cioè della certificazione sanitaria che attesta l’assenza di contagio dal Sars-CoV-2. Per poter vivere e lavorare. Così dovrebbe essere parimenti doveroso pretendere analoghi obblighi in capo a quanti si trovino in condizione di illegalità nello Stato italiano. E per giunta siano destinatari di provvedimenti di espulsione. La presente proposta di legge intende colmare il citato vuoto normativo, prevedendo per tale categoria di immigrati i medesimi adempimenti sanitari che gravano sui cittadini italiani. L’articolo 1 della presente pdl prevede a carico degli immigrati espulsi che non siano in condizione di dimostrare la vaccinazione anti-Sars-CoV-2, l’obbligo di sottoporsi all’effettuazione del test antigenico rapido o molecolare, anche su campione salivare.

Punire il diniego di effettuare il tampone

Il diniego di effettuazione del tampone sia punito con le medesime pene previste dall’articolo 13, comma 13, del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero. Per le ipotesi di illecito rientro del soggetto espulso sul territorio italiano.