Cospito, anarchici e antagonisti si saldano e preparano le proteste di sabato a Milano

anarchici (3)

Dopo il rigetto da parte del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, dell’istanza di revoca del 41 bis per Alfredo Cospito, resta alta l’attenzione per la mobilitazione della galassia anarchica a Milano. Dove il detenuto in sciopero della fame da oltre 110 giorni è stato trasferito lo scorso 30 gennaio. Dopo gli imbrattamenti alla scuola Maroncelli di via delle Rimembranze di Lambrate e l’occupazione dell’università Statale, terminata ieri sera, questa mattina nuove scritte contro il 41 bis sono apparse in via Gola. Una zona “dove antagonisti e anarchici fanno il bello e il cattivo tempo da fin troppo, col silenzio complice di Pd e compagni”. Lo osserva in una nota Silvia Sardone, eurodeputata della Lega e coordinatrice del Carroccio a Milano, riferendosi al centro sociale “Cuore in Gola”, “da sgomberare senza se e senza ma”.

Le forze dell’ordine vigilano su tutti gli obiettivi sensibili

Mentre le forze dell’ordine continuano a vigilare su tutti gli obiettivi sensibili, l’attenzione si focalizza al fine settimana, quando è attesa una nuova manifestazione. “Non si ferma la mobilitazione in solidarietà ad Alfredo” si legge nel post social con cui il circolo anarchico Galipettes di Milano dà appuntamento per sabato pomeriggio alle 16 in piazza XXIV Maggio, in zona Navigli. La stessa in cui lo scorso 15 gennaio quasi seicento persone, provenienti anche da altre città italiane, si ritrovarono per sfilare in solidarietà con Cospito. E anche questa volta è annunciato (ma non in questura) un “corteo – fuori Alfredo dal 41 bis, contro 41 bis, ergastolo e ogni prigione”.

Sabato nuovo corteo degli anarchici

Non così venerdì scorso, quando circa 150 persone si sono ritrovate davanti alla Stazione Centrale, per un presidio non preannunciato in questura, che dopo circa un’ora si è trasformato in corteo, con lancio di fumogeni e slogan contro forze dell’ordine e giornalisti. Non è cambiato il bersaglio il giorno successivo, davanti al carcere di Opera, dove parte dei 350 manifestanti hanno lanciato sassi e fumogeni oltre la recinzione esterna dell’istituto. Le proteste erano proseguite la domenica, con un presidio poco partecipato davanti al carcere minorile Beccaria.