Covid, aumentano contagi, morti e ricoveri negli ospedali. Scende però la positività

Sono 5636 i nuovi contagi da Covid in Italia (ieri 4200), secondo i dati del ministero della Salute. Da ieri sono stati registrati altri 31 morti (ieri 22) che portano a 128.273 il totale delle vittime da inizio emergenza. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 241.766 tamponi, con un tasso positività che cala al 2,3% (ieri 4%). In aumento le persone ricoverate in ospedale con sintomi che sono 2.880 (ieri 2.786), con un aumento di 94 persone rispetto a ieri mentre sono 322 i ricoverati in terapia intensiva (-1 rispetto a ieri), con 26 ingressi nelle ultime 24 ore. Sono 4.161.645 i guariti (+4.125) e 116.323 gli attualmente positivi (+1.468).
Lazio, aumentano contagi e ricoveri
“Oggi nel Lazio si registrano 703 nuovi casi positivi, compresi i recuperi (+229), 1 decesso compresi i recuperi (-2), i ricoverati sono 441 (+3) e le persone in terapie intensiva 63 (+1). I casi a Roma città sono a quota 313. Per quanto riguarda il valore Rt è in calo, l’incidenza è costante, pressione sulla rete ospedaliera rimane bassa”. Lo comunica l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, al termine della videoconferenza della task-force regionale per il Covid-19 con i direttori generali delle Asl e Aziende ospedaliere, Policlinici universitari e l’ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Nelle province si registrano 159 nuovi casi, non si registrano decessi.

Tra i 50 e i 60 anni mancata vaccinazione pericolosa
“Non vaccinati (in terapia intensiva tutti), di età media tra i 50 e i 60 anni”. E’ l’identikit dei ricoverati per Covid all’Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma. E a tracciarlo è il direttore Francesco Vaia, commentando i numeri del bollettino Inmi di oggi, in questi giorni improvvisamente più elevati. Il numero dei ricoverati nella struttura, spiega, “dipende dal fatto che lo Spallanzani raccoglie da tutti gli ospedali”. Fra i pazienti, anche di terapia intensiva, tanti 50-60enni e qualche anziano non vaccinato.
“Questi dati – evidenzia Vaia – confermano che i giovanissimi pur contagiati rispondono meglio alla malattia. E che tra i 50-60 anni la mancata vaccinazione, come per gli anziani, può essere molto, molto pericolosa. Il messaggio deve essere chiaro, senza indulgenza alcuna, dietrologia o astruse elucubrazioni: bisogna spingere fino in fondo nella campagna di vaccinazione dandole priorità e venendo incontro in ogni modo alle necessità e richieste dei cittadini”. “Non è questo il tempo di dividerci né di nasconderci dietro ottuse e medievali burocrazie”, conclude Vaia, esortando: “Avanti per non tornare indietro. Sacrifichiamoci ora, anche qualche giorno di vacanza, per non tornare ad un settembre buio”.