Covid, non scendono contagi e morti, mentre aumentano ancora i ricoveri

contagi covid 26 aprile (2)

Sono 34.978 i nuovi casi di coronavirus e 45 i morti in 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute sulla situazione del contagio. I tamponi processati in 24 ore sono 193.040 e fanno rilevare un tasso di positività pari al 18,1%. Aumentano pazienti in terapia intensiva che sono 193 in totale e due in più rispetto a ieri e i ricoveri ordinari, che sono 4.331 e undici in più rispetto a ieri.

Lazio, aumentanoi contagi e le terapie intensive

“Oggi nel Lazio su 4.780 tamponi molecolari e 18.967 tamponi antigenici per un totale di 23.747 tamponi, si registrano 5.157 nuovi casi positivi (+331), sono 5 i decessi ( = ), 496 i ricoverati (-4), 42 le terapie intensive (+3) e +5.342 i guariti. Il rapporto tra positivi e tamponi è al 21,7%. I casi a Roma città sono a quota 3.251”. Lo comunica in una nota l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. Sono 118.395 le persone attualmente positive a Covid-19 nel Lazio, di cui 496 ricoverati, 42 in terapia intensiva (ieri erano 39) e 117.857 in isolamento domiciliare. Dall’inizio dell’epidemia i guariti sono 1.503.045, i morti 11.411, su un totale di 1.632.851 casi esaminati, secondo il bollettino aggiornato della Regione Lazio.

I medici: il “liberi tutti” sta creando problemi

“Ormai sappiamo che con il Covid bisogna convivere ma per fare questo serve una costante cautela e rispetto delle precauzioni. Invece “il ‘libera tutti'”, con l’abolizione di molte misure anti-coronavirus “sta creando problemi. E e se finora si parlava di ondate invernali o autunnali, in questi giorni abbiamo la chiara dimostrazione che, nonostante l’estate, la diffusione del virus e delle sue varianti c’è ed è elevata”. Così Guido Quici, presidente del sindacato dei medici Federazione Cimo-Fesmed, che, parlando all’Adnkronos Salute, prevede: “Se aumenta ancora la diffusione del virus nelle prossime settimane e aumenta la possibilità di ricorso in ospedale avremo un ulteriore colpo alla tenuta del sistema”. Già provato da carenze di organico e problemi di dinamicità organizzativa degli ospedali.

Si registra una fuga dei medici dagli ospedali

“Rispetto a due anni fa il numero dei medici tende a diminuire non solo per i pensionamenti ma perché c’è una fuga dagli ospedali, anche dei giovani. Ed è noto l’allarme di questo ultimo periodo nei Pronto soccorso”. “L’altro aspetto di criticità è che gli ospedali sono talmente poco dinamici nel riconvertire che continuano a conservare i posti letto Covid vuoti. Mentre i Pronto soccorso scoppiano. In passato ampliare il numero di posti letto Covid serviva, molto spesso, a sfuggire all’avanzamento dei colori delle Regioni. Oggi questo sistema non c’è più ma sono rimasti molti posti Covid, con personale dedicato che magari non ha molto da fare”. Tutto questo – prosegue Quici “al di là delle tante riforme in cantiere, piano di distrazione di massa, perché distraggono l’utente facendo credere che ci sarà una riforma che di fatto non c’è”.